La monumentale opera con le storie della patrona della città romagnola arriva in prestito dagli Uffizi dopo un restauro di quattro anni.
Faenza (RA) – Da Firenze a Faenza: un capolavoro delle Gallerie degli Uffizi, il grande Polittico con le storie di Santa Umiltà del pittore gotico Pietro Lorenzetti (Siena 1280-1348), appena riemerso in tutto il suo splendore da un complesso restauro durato oltre quattro anni, torna nella città della quale Umiltà è santa Patrona. La mostra, intitolata ‘Per Immagini e Colori. La storia di Santa Umiltà da Faenza nel capolavoro medievale degli Uffizi’, è allestita nella Sala del Medioevo e del Rinascimento della Pinacoteca Comunale e sarà visitabile fino al prossimo 3 marzo.
La monumentale opera torna visibile per la prima volta al pubblico in seguito al complesso intervento di recupero al quale è stata sottoposta da parte dell’Opificio delle Pietre Dure e dello Studio Scarpelli di Firenze. Faenza entra così a far parte degli Uffizi Diffusi, grande piano di diffusione dell’arte sul territorio, lanciato due anni fa dal celebre museo fiorentino.
Un’opera monumentale
Il polittico in mostra nella Pinacoteca è composto da 22 elementi, tra cuspidi, predella e 11 storie che raccontano i momenti più salienti nell’esistenza di Santa Umiltà da Faenza. Umiltà (nata nel 1226 circa e morta nel 1310) fu una donna straordinaria: in contrasto con gli schemi della condizione femminile del tempo, abbracciò la vita religiosa con grande energia e spirito di iniziativa, fondò prima un monastero a Faenza e poi, a 55 anni attraversò l’Appennino con alcune consorelle e si trasferì a Firenze per dare vita, nel 1283, al monastero di San Giovanni Evangelista, noto come “delle donne di Faenza”.
Pietro Lorenzetti dipinse il polittico per la sepoltura della santa nella chiesa del monastero che aveva fondato divenendone badessa. Umiltà morì il 22 maggio 1310 e il suo corpo venne sepolto sotto il pavimento della chiesa stessa: quando, l’anno seguente, esso fu rinvenuto miracolosamente intatto, venne spostato in una nuova tomba che divenne subito meta della devozione dei vallombrosani e della popolazione. La vita di Umiltà e i miracoli da lei compiuti confluirono in diverse biografie che intendevano dimostrare la sua santità, in attesa della beatificazione ufficiale, che però giunse solo nel 1720.
L’itinerario della santa, venerata su entrambi i versanti della montagna, si compie ora in senso inverso con l’attuale esposizione, a suggellare l’amicizia che nei secoli ha legato la città romagnola a Firenze, e che anche durante i gloriosi anni del Rinascimento faentino ha visto i suoi signori, i Manfredi, legati ai Medici di Firenze.
Quattro anni di lavoro certosino
La mostra, finanziata interamente grazie al generoso contributo di privati, offre l’occasione di ammirare, per la prima volta, i risultati del restauro dell’opera, appena terminato dopo quattro anni di lavoro. Realizzato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze a seguito di un’ampia campagna di indagini e documentazione, l’intervento – completato dallo studio Stefano Scarpelli – ha portato al risanamento del supporto ligneo ed alla pulitura della superficie pittorica, rimuovendo sporco stratificato, vecchi ritocchi degradati e vernici divenute opache nel corso del tempo.
La campagna di indagini, l’osservazione al microscopio e il paziente lavoro dei restauratori hanno consentito di chiarire aspetti importanti ai fini della conoscenza dell’opera: in particolare, la corretta sequenza delle scene, l’esistenza di una cornice coperta da foglia d’argento, l’individuazione dei pigmenti impiegati per i colori. Per il Polittico furono utilizzati quelli tradizionali del tempo, con una tavolozza limitata che suggerisce un effetto di voluta povertà, se si esclude l’impiego di materiali preziosi in alcuni dettagli, come il blu di lapislazzuli nelle gemme che ornano le croci nella scena della Traslazione delle reliquie della beata. Grazie al restauro, dunque, è ora possibile ammirare di nuovo il capolavoro di Pietro Lorenzetti nella sua nitidezza e nei suoi cromatismi originali, e leggere il racconto della vita di Umiltà nell’ordine originario con il quale fu concepito.
Schmidt: “È il racconto magico della vita di un’eroina medievale”
“Il restauro di questo polittico monumentale e famosissimo – commenta il direttore degli Uffizi Eike Schmidt – è stato estremamente complesso e ora, dopo quattro anni di lavori condotti dall’Opificio delle Pietre Dure e dallo studio Scarpelli di Firenze, lo presentiamo per la prima volta a Faenza. È dunque una “mostra nella mostra” quella che abbiamo inaugurato oggi: l’opera stessa (o meglio le opere, visto che si tratta di molti dipinti) esposta in Pinacoteca dentro uno scrigno che la esalta e la fa risplendere, e il restauro, che viene presentato in anteprima. Nessuno aveva ancora potuto vedere il Polittico della Beata Umiltà in questa luce, con i suoi colori ancora intatti, e i mille particolari che descrivono in un racconto magico la vita di Umiltà, eroina medievale”.
Per informazioni: Pinacoteca Comunale di Faenza