“Pronto Soccorso del Lazio sempre più nel caos“: lo dichiarano in una nota congiunta il Segretario Nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano e il Segretario Regionale della UGL Lazio Armando Valiani, che aggiungono: “Oltre alla consueta fuga di professionisti sanitari dai reparti d’urgenza ora si aggiunge anche quella dei primari“.
Lazio – Stando alle stime attuali – dicono ancora i sindacalisti – sarebbero circa 10 i medici che mensilmente abbandonano i Dea. Questo è lo specchio di quello che resta del SSR dopo anni di programmazione inesistente da parte del Governo Regionale di Zingaretti.
Carichi di lavoro nettamente superiori al passato, escalation di aggressioni, premi più bassi rispetto alle altre regioni sono solo alcune delle motivazioni che rendono ormai il lavoro in Pronto Soccorso una missione per pochi eroi spinti da un’etica professionale encomiabile.
Nei reparti d’urgenza del Lazio mancherebbero circa 400 medici, ma reclutarne di nuovi sembra impossibile, tanto che i concorsi pubblici alla Asl Roma 2 e al San Giovanni sono rimasti quasi deserti. Così ora, nelle evidenti difficoltà di gestione, anche molti primari decidono di fare un passo indietro.
“Intanto – aggiungono Giuliano e Valiani – ore e ore di attesa per i pazienti per essere visitati o per riuscire ad avere un posto letto sono la triste normalità, così come le code di autombulanze bloccate davanti ai nosocomi. A quanto pare l’unica certezza per i cittadini del Lazio non sembrerebbe rappresentata da servizi sanitari efficienti ma esclusivamente dall’aumento dell’Irpef locale” concludono i sindacalisti.