Il furto, ai danni di una specializzanda, è avvenuto in una clinica. Identificato con le foto segnaletiche dagli esercenti.
Roma – Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Porta Pia, al termine di un’indagine coordinata dai PM della Procura di Roma, hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un 48enne italiano perché gravemente indiziato dei reati di furto aggravato, furto con destrezza e indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti.
Gli investigatori hanno avviato un’accurata indagine info-investigativa, a seguito di una denuncia sporta, il 6 febbraio scorso, da una specializzanda del Policlinico Umberto I, la quale aveva raccontato che, prima di iniziare il turno pomeridiano presso la struttura ospedaliera, aveva riposto il proprio portafoglio in uno zaino che aveva lasciato in una stanza dell’ambulatorio della I° Clinica Medica. Terminato il proprio turno, la donna si era poi accorta che le era stato asportato il portafoglio e, contestualmente, aveva ricevuto sul suo smartphone diversi alert inerenti l’utilizzo della propria carta prepagata. La malcapitata poi, mediante l’app dedicata, ha potuto verificare che le transazioni erano avvenute in una tabaccheria e in un bar nei pressi del Policlinico.
I poliziotti, grazie alla visione delle immagini del sistema di videosorveglianza dei due esercizi commerciali, hanno appurato che le fattezze fisiche del presunto autore del reato fossero molto simili in entrambi le circostanze. Inoltre, gli operatori, sulla scorta delle informazioni e delle descrizioni fornite, hanno mostrato un album fotografico ritraente le effigi di alcuni soggetti somiglianti a quello poi riconosciuto come autore del reato dal titolare di una delle attività, il quale ha confermato che l’uomo aveva effettuato una transazione presso il suo esercizio commerciale.
Gli agenti lo hanno così rintracciato e identificato per un 48enne romano, per il quale, al termine delle attività di rito, l’Autorità Giudiziaria ha successivamente disposto la misura applicativa della custodia cautelare in carcere.