I dati scientifici sulla sicurezza vaccinale debbono essere pubblicati cosi che chiunque ne possa prendere visione. Soltanto cosi anche i più scettici potranno accostarsi senza remore al siero salvavita.
Roma – In questi giorni nei quali i festeggiamenti natalizi sono stati soppiantati dalle celebrazioni in pompa magna per il vaccino Covid, ormai posto sull’altare della scienza, c’è stata una voce contrastante e per questo meritevole di ascolto.
Il virologo Andrea Crisanti aveva dichiarato in una recente intervista che non si sarebbe vaccinato finché non saranno disponibili maggiori dati sull’efficacia del farmaco, sulla sicurezza e sugli eventuali effetti collaterali. Ovviamente, per queste dichiarazioni, era stato immediatamente additato come negazionista da chi, senza porsi troppe domande, si è votato ciecamente al credo Pfizer.
Se porsi domande logiche su un farmaco prodotto in tempi record e testato in tempi ancora più brevi è roba da negazionisti, allora forse il termine diventa un complimento – considerando che, mediamente, per l’approvazione di un nuovo medicinale occorrono dai 4 ai 10 anni.
Qui nessuno sta negando niente, semplicemente si cercano sicurezze. E certezze. Lo stesso Crisanti aveva specificato quale fosse la differenza tra l’autorizzazione dell’immissione in commercio di un vaccino e l’approvazione dello stesso.
I vaccini celebrati in questi giorni, con tanto di scorta e telecamere – manca solo la folla festante e qualche immagine ad hoc stile Istituto Luce – erano stati soltanto autorizzati al commercio, dunque non era possibile renderli obbligatori. Insomma, se non c’è sicurezza, è inammissibile costringere la gente a farsi pungere sul deltoide. Poi la situazione è rientrata e l’Ema, European Medicines Agency, ha autorizzato il vaccino Pfizer che adesso dovrà essere approvato dagli enti di riferimento di tutti gli Stati membri. Anche gli altri vaccini saranno approvati nei prossimi giorni.
Comunque stiano le cose e ammesso e non concesso che il vaccino non fosse stato ancora approvato la sua somministrazione, senza tutti i requisiti previsti dalla legge e dal codice di Norimberga per i farmaci sperimentali, sarebbe vietata. Dovrebbero saperlo bene certi signori che sbraitano in televisione per “andare a prendere per il collo gli italiani per vaccinarli”. C’è la sensazione che qualche Mengele faccia ancora orecchie da mercante. In perfetta malafede.
Il Comitato Tecnico Scientifico per la sorveglianza post marketing dei vaccini Covid19 si era riunito il 15 dicembre scorso proprio per valutare l’andamento delle condizioni di salute dei primi vaccinati volontari facendo rischiare ad alcune case farmaceutiche la mancata approvazione dei sieri considerando la presenza di effetti collaterali emersi nel periodo di osservazione.
La sensazione era quella di essere diventati cavie inconsapevoli. La fretta di uscire da questa situazione è legittima ma è legittimo anche che la gente voglia certezze prima di farsi inoculare ad occhi chiusi un farmaco ancora sperimentale, considerando i tempi stretti nei quali è stato realizzato ed il ristretto numero di test. Il silenzio dei Governi a questo proposito non ha fatto altro che aumentare le tesi complottiste secondo le quali ci troveremmo davanti ad un esperimento globale sconosciuto.
La poca trasparenza non fa altro che aumentare i dubbi, anche da parte di persone che, prima di questa storia, complottisti non erano, tantomeno No Vax. Insomma in fin dei conti scienziati, medici e milioni di cittadini si sono interrogati prima di vaccinarsi contro il Covid e su questo punto riteniamo che non ci sia nulla di scandaloso. Adesso che fioccano le approvazioni ci si sente più sollevati ma non per questo meno dubbiosi su un prodotto che, comunque, è stato realizzato a colpi di acceleratore. Questo a giudizio di eminenti scienziati a livello mondiale.
Poi parliamoci chiaro: Pfizer non è stata esattamente un esempio di trasparenza. Prima la vendita delle azioni da parte del Ceo all’indomani della notizia sulla messa in sperimentazione del vaccino, poi la richiesta di immunità penale in caso di effetti avversi del proprio farmaco, senza contare che l’azienda avrebbe collezionato negli anni più denunce di Fabrizio Corona. E questi sono fatti, non parole.
Sorprende anche che, in questi giorni, il professore Crisanti abbia fatto una mirabolante inversione a U, dichiarando che si vaccinerà perché “ora ci sono tutti i dati, ed il farmaco è sicuro”. Benissimo, ne siamo più che contenti, e siccome piacerebbe anche a noi dare uno sguardo agli studi scientifici nei prossimi giorni ne richiederemo copia cosi da pubblicare gli esiti dell’approvazione del farmaco.
Tutti vogliamo che il Covid scompaia quanto prima, ma vorremmo stare tranquilli e sereni. Lasciando Mengele nell’angolo più buio della storia.
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