Si tratta di Dino Petrow, cugino di Corum, finito per primo in manette per concorso in omicidio. Si era rifugiato a casa di una zia.
Roma – C’è un secondo fermo nell’inchiesta sull’omicidio di Alexandru Ivan, il 14enne di origini romene ucciso con un colpo di pistola al petto nel parcheggio della metro C di Pantano, a Monte Compatri. Si tratta di Dino Petrow, 33 anni, cugino di Corum, il 24enne bloccato per primo dopo essersi presentato spontaneamente agli inquirenti. L’accusa per entrambi è di concorso in omicidio.
Dino aveva trovato rifugio a casa di una zia ma la sua fuga è durata soltanto quattro giorni, fino a quando I carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati e dell’Arma di Treviso non lo hanno localizzato e fermato. Secondo la ricostruzione emersa dall’inchiesta, i cugini di origine rom (Dino e Corum) la notte dell’omicidio si trovavano sulla stessa auto e in prossimità del parcheggio della metro. Precedentemente, sarebbe stato proprio Dino a ferire con una testata alla bocca il patrigno di Alex in una rissa al bar due ore prima della sparatoria.
Proprio per risolvere la questione aperta al bar, i due protagonisti della rissa, spalleggiati da alcuni amici, da una parte il nuovo compagno della madre di Alexandru e alcuni familiari, dall’altra un gruppo di rom, si erano dati appuntamento nel parcheggio della metro. Tra i romeni c’era anche la giovane vittima. In pochi minuti lo scenario è cambiato e sul posto sono arrivate delle autovetture dalle quali sono stati sparati diversi colpi, uno dei quali ha ucciso Alexandru Ivan.
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