Un’emergenza pressante riguarda anche l’Arma dei Carabinieri che sta avendo problemi di organico. Il generale Teo Luzi ha sottolineato il problema e la necessità di operare assunzioni straordinarie.
Roma – “L’Arma conta 108.663 carabinieri, a fronte di una forza prevista dalle leggi di 120.541 militari. Una carenza di quasi 12.000 unità, corrispondente a circa il 10% della forza, causata dal blocco parziale del turn-over, che ha afflitto il comparto Difesa e Sicurezza dal 2012 al 2015, al pari di tutta la Pubblica Amministrazione. Una deficienza organica che incide soprattutto sulle Stazioni, Tenenze e Compagnie” ha detto il generale Teo Luzi, comandante generale dell’Arma dei carabinieri in audizione Difesa.
“Le unità mancanti corrispondono a circa 800 stazioni carabinieri di media consistenza – ha spiegato – La ripresa nel 2016 dell’annuale turnover al 100%, i 2.215 arruolamenti straordinari già concessi nella precedente legislatura e i 371 finanziati con l’ultima legge di bilancio consentiranno, entro il 2025, il parziale ripianamento dei reparti carenti. Per avvicinarci al pieno organico sarebbe necessario provvedere all’ulteriore arruolamento straordinario di 5.200 unità. Tenuto conto della capacità ricettiva degli Istituti di istruzione, l’ulteriore programma di assunzioni straordinarie potrebbe essere sviluppato in un arco tendenziale di 5 anni” ha proseguito Luzi.
“La prosecuzione delle immissioni consentirebbe di raffittire il reticolo territoriale, sostenendo anche il programma già in atto a vantaggio delle periferie urbane delle grandi città, che hanno registrato significativi incrementi demografici e scontano maggiormente la percezione di insicurezza dei residenti. I nuovi arruolamenti andrebbero anche a mitigare il progressivo invecchiamento del personale. L’età media dei carabinieri, oggi, è di oltre 44 anni. Un’evidente criticità per l’Arma che fonda la propria funzionalità anche sul requisito dell’efficienza e della reattività fisica, specie negli interventi di maggior impatto operativo. Per altro verso, l’immissione di personale più giovane favorirebbe l’alimentazione dei Reparti dislocati nei Comuni isolati o nelle aree urbane degradate, nelle quali lo Stato non può comunque far mancare la propria presenza attraverso il presidio dell’Arma” ha concluso il generale Luzi.