I delicatissimi equilibri sono vacillanti. Basta ancora qualche errore strategico per vedersi il Paese irrimediabilmente in ginocchio. Ogni giorno che passa il disagio sociale dilaga a dismisura.
Roma – Lo sgoverno della Pandemia non è frutto del destino cinico e baro, di questa guerra che ci decimerebbe. È figlio dell’anarchia dello Stato, come ricorda l’economista Giulio Tremonti, giunta alla sua massima espressione. Tutto è anarchico: trasporti, scuole, pensioni, decimazione delle aziende. Lo Stato è il grande assente. Le istituzioni sono anarchiche, non democratiche. Non rappresentano la volontà popolare. Sempre ammesso che gli italiani non vogliano morire di fame o di malattia.
C’è una complicità trasversale del mantenimento del caos nella paura. Copre il vuoto di idee e consente le operazioni sottobanco più spericolate. Tutti i partiti complici salvo attacchi personali. Anche le corporazioni come quella dei medici sostengono posizioni che sono ampiamente contraddette dall’impegno dei sanitari in prima linea.
Il lockdown totale del Paese con 350 morti al giorno e con una precisione diagnostica forse del 50% dei tamponi bingo. Poi, dal 15 novembre, ancora l’anarchia, lo sgoverno, il caos che fa ribollire nella tomba gli infangati della Prima Repubblica, l’unica soluzione nel vuoto totale sarà bloccare tutto. Forse qualcuno guarisce o non si ammala. Geniale. Contro ogni buon senso sanitario, economico, di responsabilità istituzionale.
Speriamo che gli italiani non si facciano atterrire dalla paura, delegando la loro vita alla peggiore gestione della cosa pubblica della storia d’Italia, opposizione inclusa, salvo pochi cervelli pensanti liberi e non venduti.
Oramai è chiaro. L’errore c’è stato, eccome. Nella previsione della cura, nell’organizzazione mancata per tempo delle strutture e servizi sanitari. La chiusura totale serve a coprire le gravissime responsabilità di chi non ha fatto nulla, come tecnico e politico, e che dovrebbe essere almeno allontanato per pudore e dignità.
Anarchia fa rima con Pandemia. E quella dello Stato innescherà irresponsabilmente la rabbia sociale che non potrà essere fermata da poliziotti e militari che sono cittadini e da quasi un anno confessano che non ci capiscono più nulla e non vogliono prendersela con le famiglie italiane ma con le organizzazioni criminali. Che nel marasma si fregano le mani. Tutto il resto è noia, diceva il Califfo.
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