Nell’ambito di un’operazione condotta tramite agenti in borghese, la Polizia ha arrestato 3 soggetti in due diverse operazioni poiché gravemente indiziati di rapina e truffa aggravata.
Roma – Il primo episodio ad opera di un 19enne, è avvenuto nel primo pomeriggio del 21 febbraio scorso nel quartiere Tuscolano nelle vicinanze di via delle Cave; una ragazza, andando a trovare i nonni, ha riscontrato la presenza in casa di un giovane a lei sconosciuto. A quel punto, ha subito intuito quello che poteva essere successo ed ha chiesto aiuto a gran voce. Vistosi scoperto il ragazzo, un 19enne di origini campane, si è avventato su di lei afferrandola violentemente per le spalle per guadagnare la porta di casa e fuggire. I vicini di casa, sentendo le grida, oltre a chiamare l’112NUE, il numero unico emergenza, sono corsi in aiuto ed hanno così permesso agli agenti del commissariato Appio e della Sezione Volanti di bloccare definitivamente il 19enne.
Gli stessi poliziotti hanno poi ricostruito l’accaduto: poco prima, a casa delle vittime, era arrivata la classica telefonata di un finto nipote che, dicendo di essere in grave pericolo, chiedeva ai nonni dei soldi. In poco tempo alla porta si era presentato il ragazzo –poi identificato come l’odierno indagato -al quale i nonni hanno consegnato 2mila euro. Dopo pochi istanti, sempre telefonicamente, le vittime hanno visto arrivare un’altra richiesta di denaro e, seguendo lo stesso schema, dopo pochissimo, si è materializzato il ragazzo per riscuotere la seconda tranche, e proprio in questo frangente è arrivata la vera nipote. È stato poi accertato che il 19enne era stato già segnalato in passato per fatti simili e nelle tasche aveva 2 diamanti a forma di cuore, una collana in oro ed un crocefisso di pietre nere sulla cui provenienza sono tutt’ora in corsi delle indagini. Al termine degli atti di rito il ragazzo è stato arrestato perché gravemente indiziato di rapina, truffa aggravata e ricettazione. La Procura di Roma, che sta coordinando le indagini, ha chiesto ed ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, la convalida dell’arresto.
Il secondo episodio vede in azione gli agenti della Polizia di Stato del VII Distretto San Giovanni che hanno arrestato due uomini, campani, rispettivamente di 35 e 25 anni, poiché gravemente indiziati di truffa aggravata ai danni di una donna anziana di 82 anni. Durante un servizio di controllo del territorio, nel transitare in via Aosta, hanno notato due uomini a bordo di un’autovettura sospetta. I poliziotti hanno quindi effettuato un servizio di pedinamento terminato in località Settecamini ove l’autovettura ha fermato la propria corsa ed è stata parcheggiata in via Rubellia. Uno dei due uomini è sceso dall’auto e ha raggiunto a piedi un’abitazione nelle vicinanze per poi, dopo pochi minuti, tornare indietro e riprendere la marcia. I poliziotti, insospettiti dal comportamento dei due soggetti, che erano ormai giunti all’imbocco della bretella dell’A1 in direzione Napoli, hanno deciso di effettuare, unitamente a una pattuglia della Polizia Stradale, un controllo dell’autovettura.
All’interno del vano portafusibili posto nel cruscotto anteriore, è stato rinvenuto un sacchetto di plastica contenente monili in oro del peso di circa 200 grammi. I poliziotti hanno quindi accertato che i due complici avevano truffato poco prima, proprio in località Settecamini, un’anziana di 82 anni. La donna ha raccontato agli agenti di aver ricevuto sulla sua utenza fissa una telefonata da parte di un uomo che, spacciatosi per il nipote, le chiedeva un aiuto per pagare alcune multe presso l’ufficio postale. Subito dopo la metteva in contatto con un fantomatico direttore delle Poste che le chiedeva 6.000 euro per evitare conseguenze penali nei confronti del nipote. Dopo pochi minuti presso l’abitazione è giunto l’“incaricato” delle Poste a cui la donna ha consegnato la busta con all’interno i gioielli. Accompagnati al Distretto i due sono stati arrestati con successiva convalida. Tutti i monili sono stati restituiti alla vittima.
Ad ogni modo gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile