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Roma – Carcere di Rebibbia, detenuto sfonda un cancello e cerca di evadere: bloccato dagli agenti

Roma – Un detenuto italiano ha tentato di evadere dal carcere di Rebibbia, a Roma, ma l’attenta vigilanza della Polizia Penitenziaria lo ha impedito. Lo rende noto il Sappe – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, attraverso il segretario nazionale del Lazio Maurizio Somma.

Secondo la sua ricostruzione, ieri pomeriggio, durante l’ora dei passeggi, un detenuto, “minorato e con problemi psichiatrici”, credendo di non essere visto, ha sfondato un cancello esterno del cortile ed ha iniziato a dirigersi verso gli uffici della Direzione, adiacenti l’uscita del carcere. Il personale di Polizia Penitenziaria è subito intervenuto, bloccandolo. “Ottimo intervento della Polizia Penitenziaria che ha evidenziato la professionalità ed il senso del dovere con cui espleta il suo servizio, nonostante una oggettiva e grave carenza di organico”, commenta Somma. “Al ministero chiediamo di prevedere una ricompensa ai poliziotti che sono stati parte attiva nello sventare l’evasione”, aggiunge.

“La situazione penitenziaria è sempre più critica” prosegue Somma, che ribadisce: “Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”.

Parole di elogio per i poliziotti di Rebibbia che hanno sventato l’evasione sono state espresse anche da Donato Capece, segretario generale del Sappe: “E’ solamente grazie a loro se è stato possibile sventare la clamorosa fuga al detenuto. I nostri Agenti sono stati bravissimi a fermare il fuggitivo. Una cosa grave, che poteva creare ulteriori seri problemi alla sicurezza e all’incolumità dei poliziotti, dei detenuti, dei cittadini”.

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