Roma – Al via il Premio Guido Picelli 2022

Un libro di storia che non guarda solo al passato, piuttosto è proiettato al futuro. La pubblicazione di Enzo Di Brango si è aggiudicato l’ambito riconoscimento della prima edizione del “Premio Guido Picelli” istituito dalla Fondazione Archivio Storico Bocchi.

Roma – La premiazione della prima edizione del “Premio Guido Picelli per la Ricerca Storica 2022” arriverà il 28 ottobre 2022 con inizio dalle ore 17.30 all’auditorium dell’Istituto centrale dei Beni sonori e Audiovisivi – Ministero della cultura via Caetani 32 Roma

Pubblicato da Nova Delphi, Contro lo Stato a cura di Enzo Di Brango, con contributi di Roberto Carocci e Santi Fedele, è un libro che documenta un elevato dibattito politico tra il geniale filosofo anarchico Camillo Berneri e il socialista liberale Carlo Rosselli, fondatore carismatico del movimento Giustizia e Libertà. Entrambi erano alla ricerca di poter coniugare per sempre in una dottrina politica e in una visione della realtà statuale i due valori politici della libertà e dell’uguaglianza. Una ricerca molto attuale e molto importante in questo momento di crisi della politica, della rappresentatività dei partiti, dell’ideologia, fintamente politica, del “libero mercato”.

Carlo Rosselli

È stato deciso di dare il premio il 28 ottobre perché anche nello stesso giorno di cento anni fa la crisi della politica e dei partiti provocarono un vuoto di potere che fu colmato con la forza e la violenza da una dittatura ventennale.  

Il premio è intitolato alla figura di Guido Picelli, strenuo combattente antifascista che sconfisse nei cinque giorni della Battaglia di Parma dell’agosto 1922 i 10mila fascisti di Italo Balbo che assediavano la città emiliana. Guido Picelli fu anche il primo, al comando del Battaglione Garibaldi nella Guerra di Spagna, che il 1 gennaio 1937 conquistò Mirabueno ottenendo la prima vittoria repubblicana del Fronte di Madrid. Tre giorni dopo su El Matoral una pallottola vigliacca lo colpì alle spalle assassinandolo. 

La Fondazione Archivio Storico Bocchi ha deciso di intitolare il premio a questo personaggio di primo piano dell’antifascismo europeo per il motivo che per ragioni legate alla politica della Guerra Fredda, fu relegato a un ruolo marginale a causa di ricerche storiche volutamente limitate e incomplete.  

Anche Berneri e Rosselli pagarono con la vita il loro “libertarismo”, la loro ricerca di una nuova democrazia, rimanendo vittime, dei crimini di un totalitarismo qualche mese dopo l’uccisione di Picelli: il 5 maggio 1937 Camillo Berneri fu assassinato dai sicari di Stalin a Barcellona e un mese dopo, il 9 giugno a Bagnoles-de-l’Orne, in Normandia, Carlo Rosselli venne ucciso insieme al fratello Nello dai sicari della Cagoule francese assoldati dal fascismo italiano.

Provenivano da due culture politiche senz’altro diverse, tuttavia il fondatore di Giustizia e Libertà, Carlo Rosselli e il filosofo anarchico Camillo Berneri, si incontrarono prima di essere uccisi in uno straordinario scambio di idee che li accomunò a metà degli anni ’30 “nello sperimentalismo spiccato, nell’inquietudine mai sazia, nell’afflato libertario ed eterodosso“.

Camillo Berneri

Nel libro “Contro lo StatoEnzo Di Brango sintetizza perfettamente, non solo l’identico tragico destino di Berneri e Rosselli, ma anche il trait d’union politico e filosofico che in qualche modo lega i due libertari, che avevano frequentato entrambi nei primi anni ’20 il Circolo di Cultura fiorentino con Ernesto Rossi, Piero Calamandrei, Alessandro Levi, Gaetano Salvemini e avevano contribuito nel 1925 al periodico clandestino antifascista Non mollare

Provenivano da due culture senz’altro diverse, tuttavia erano accomunati dallo sperimentalismo politico: l‘idea di una democrazia che parte dal basso, che coinvolge nella costruzione il popolo tutto, contro ogni riduzione al pensiero unico, è il tema portante dello scambio d’idee fra questi due importanti pensatori, due ‘cugini’, come li definisce Di Brango, di fronte al dilagare morboso e pericoloso dell’ideologia fascista.

Il dialogo tra i due enfants terribles delle culture anarchiche e socialiste europee, preludio intellettuale della cooperazione anche militare tra giellisti e anarchici nel corso guerra civile spagnola, si apre a partire dal 22 novembre 1935 con l’avvio di un dibattito, profondo e intenso, tra Berneri e Rosselli, sul ruolo e sulla storia dello Stato nella vita politica e civile contemporanea con le ramificazioni nella cultura federalista e autonomista e al significato dei concetti di democrazia, autoritarismo, comunismo, socialismo (libertario), classe, partito, umanesimo, giacobinismo, centralismo democratico. Al centro della discussione anche il dissidio tra le forze rivoluzionarie portatrici di un “comunismo dispotico centralizzatore” d’ispirazione bolscevica e quelle assertrici invece di un “socialismo federalista liberale” che, nell’interpretazione rosselliana, aveva un precursore di non secondaria importanza nel giovane Marx.

Il duplice e brutale assassinio a distanza di poche settimane nel 1937 stronca tragicamente un fecondo dibattito tra intelletti felicemente rivoluzionari. È rimasto però il loro straordinario scambio d’idee, fortemente moderno per le implicazioni ideologiche e morali, che con una ricca e articolata riflessione che prova a smontare tassello dopo tassello un sistema che sta stritolando l’uomo, il “liberismo”. Rosselli e Berneri, furono d’accordo “sulla visione ideale di una società fondata dal basso sull’autogestione dei suoi membri con organi di primo grado, diretti, liberi, o con un alto grado di spontaneità, alla vita dei quali l’individuo partecipa direttamente o che è in grado di controllare” 

I due intellettuali partendo da idee politiche diverse, arrivarono a una comune visione di società e in qualche modo furono gli antesignani della proposta «comunalista» degli anni ’80 del filosofo e sociologo statunitense Murray Bookchin, il maggior teorico dell'”ecologia sociale”. La visione straordinariamente moderna e innovativa di Rosselli e Berneri, ampliata dalle teorizzazioni di Bookchin, non è stata solo un’utopia. Negli ultimi tempi è stata applicata con convinzione e successo nel Rojava, il territorio indipendente e libero controllato dai curdi siriani e da altre popolazioni locali al confine con la Turchia.

Guido Picelli

La premiazione del libro “Contro lo Stato” sarà anche un’occasione per storici, intellettuali ed esperti per confrontarsi in questo momento di dissoluzione dei partiti e della politica su nuove forme statuali attuabili, veramente democratiche e libere e sulle idee dei due pensatori per i quali non esisteva uno stato “ideale” borghese e democratico, considerando la forma stessa dell’entità che controlla tutto dall’alto il vero problema che impediva il raggiungimento della vera e unica democrazia, quella “dal basso”.  

Tutto questo avverrà nel giorno in cui cento anni fa andava al potere la dittatura fascista. 

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