Rogo a La Scopaia di Livorno, due condannati per omicidio e incendio colposi

Le fiamme causate da una candela accesa durante un blackout. La vittima, Milco Santini, aveva 60 anni. Condanne ridotte per i due imputati grazie al rito abbreviato

Livrono – Si è concluso con una doppia condanna per omicidio colposo e incendio colposo il processo per il drammatico incendio scoppiato nella notte tra il 27 e il 28 febbraio dello scorso anno nel condominio di viale Città del Vaticano 86, nel quartiere Scopaia, in una palazzina di case popolari gestita da Casalp.

A perdere la vita, intossicato dal fumo, fu Milco Santini, operatore ecologico di Aamps di 60 anni, che abitava in uno degli appartamenti insieme alla madre, Isabella Capodicasa, fortunatamente sopravvissuta ma rimasta gravemente provata.

Le condanne: pene ridotte e sospese

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Livorno ha emesso la sentenza di condanna, in rito abbreviato, nei confronti di Valter Orlandini, 62 anni, condannato a 9 mesi e 16 giorni di reclusione. Gli è stata riconosciuta una parziale incapacità di intendere e volere. Silvia Guerrazzi, 55 anni, moglie di Orlandini, è stata condannata a 1 anno e 2 mesi di reclusione. Entrambe le pene sono state ridotte di un terzo per via del rito abbreviato e sono sospese con condizionale.

L’incendio partì dal loro appartamento al piano inferiore, propagandosi rapidamente all’intero edificio e causando nove tra feriti e intossicati. Le fiamme sono divampate da una candela accesa durante un blackout, che ha incendiato un divano-letto in gommapiuma.

Il risarcimento e le conseguenze

Gli inquilini danneggiati e i familiari della vittima sono stati risarciti dall’assicurazione del palazzo. La madre di Santini, la signora Capodicasa, è stata trasferita in un altro alloggio popolare da Casalp, mentre gli altri condomini hanno potuto rientrare nei propri appartamenti nei giorni successivi, grazie all’agibilità dell’edificio.

Il ricordo di quella notte è ancora vivido nel quartiere: la parrocchia fu aperta per accogliere gli sfollati, alcuni dei quali furono salvati dai vigili del fuoco con l’autoscala.

L’eroe silenzioso: Vito Calvaruso

In quella notte di panico, un gesto di eroismo spontaneo ha evitato un bilancio ancora più tragico. Vito Calvaruso, 68 anni, ex dipendente di officina navale e della raffineria Eni, salvò la vita allo stesso Orlandini, oggi condannato.

«Ho sentito le urla e sono uscito sul pianerottolo – raccontò al Tirreno – ho trovato la vicina disperata che mi ha detto che suo marito era ancora dentro. Sono salito e l’ho trovato per terra, paonazzo. Il fumo era così denso che dovevo sdraiarmi per fare le scale. L’ho caricato sulle spalle e portato giù. Se avessi esitato, sarebbe morto lì».

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