Riforma condomini, amministratori dovranno avere la laurea

Il testo di Fratelli d’Italia introduce un albo professionale e l’obbligo di revisori al Ministero. Stop ai pagamenti cash.

Roma- La gestione condominiale in Italia si prepara a una svolta significativa. È giunto all’esame di Montecitorio un disegno di legge che ridisegna completamente la disciplina degli edifici in comunione, composto da diciassette articoli che introducono modifiche sostanziali al settore, non senza suscitare discussioni.

Il testo, promosso da Fratelli d’Italia, stabilisce requisiti più stringenti per chi vuole svolgere l’attività di amministratore condominiale: sarà necessario possedere un titolo di studio universitario. Non solo, la proposta prevede la costituzione di un registro ufficiale della categoria, affiancato da un sistema di controllo attraverso figure di revisione che opereranno sotto la supervisione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Un’altra innovazione rilevante riguarda le modalità di transazione economica: il provvedimento mette al bando l’utilizzo del denaro contante nelle operazioni condominiali, imponendo il ricorso esclusivo a strumenti di pagamento tracciabili.

La proposta normativa mira evidentemente a professionalizzare maggiormente un ruolo che gestisce patrimoni immobiliari di rilevante valore e a garantire trasparenza nelle movimentazioni finanziarie. Tuttavia, le nuove prescrizioni hanno già sollevato perplessità in alcuni settori, soprattutto per quanto concerne l’obbligatorietà della qualifica accademica, che potrebbe escludere amministratori attualmente in attività con comprovata esperienza ma privi del requisito formale richiesto.

Il dibattito parlamentare dovrà ora valutare l’equilibrio tra l’esigenza di innalzare gli standard professionali e la necessità di non penalizzare eccessivamente l’attuale categoria degli amministratori condominiali.