Annalisa Durante

Ricordando Annalisa Durante, vittima 14enne del fuoco mafioso

Nel diario registrava le inquietudini della gioventù camorrista e sognava di andarsene da Napoli. A malapena quattordicenne, finì in mezzo a una sparatoria tra clan e morì in ospedale. Perché a morire non sono solo magistrati e poliziotti, ma anche perfetti innocenti

Napoli – Diciotto anni ci separano dalla morte di Annalisa Durante, vittima di un proiettile mafioso. Non indirizzato a lei: era stato esploso da Salvatore Giuliano, killer della Camorra, in una selvaggia sparatoria con i sicari di un clan rivale, mandati a ucciderlo. Straziante è il diario della ragazza, con cui lei documenta la paura e gli orrori vissuti da chi vive in un mondo dominato dalla mafia.

Annalisa Durante
Il sorriso di Annalisa è stato di ispirazione a moltissime persone

27 marzo 2004: una serata qualunque a Forcella, tra i più malfamati quartieri napoletani. Annalisa è in giro con un’amica, chiacchierano. Improvvisamente, l’inferno: due uomini in scooter riversano una pioggia di colpi. Non contro Annalisa: il bersaglio è Salvatore Giuliano, capoccia camorrista. Che non perde tempo e tira fuori la pistola: parte una violenta sparatoria in cui l’unica vittima è un’innocente. Annalisa. Il proiettile le ha perforato il cervello: morirà tre giorni dopo, in ospedale, in stato di coma irreversibile.

Il diario di Annalisa

Ciò che rende Annalisa una vittima estremamente simbolica è il suo diario, che la accosta per molti versi ad Anna Frank. Annalisa è una testimone d’eccezione della Napoli dominata dalla Camorra: del disagio sociale, il problema dei drogati, gli omicidi. Sogna di andarsene: “Vorrei fuggire, a Napoli ho paura“. Purtroppo, come sappiamo, non ci riuscirà in vita.

L’arroganza mafiosa

La famiglia Giuliano cerca di agire come sempre: minacciando, zittendo, intimorendo. Senza risparmiare neanche i famigliari della vittima. La madre del killer tenta di intimorire mamma Angela, che ha ancora perso la sua bambina: “Ancora dovete vedere quello che passerete”. Agenti dei Giuliano intimoriscono i testimoni, cercano di passare versioni false. Si arriva al lancio di bottiglie incendiarie contro la casa dei Durante.

Uno schifo, che stavolta è diventato troppo. Alla petizione per un processo equo partecipano oltre 5mila abitanti del quartiere. Si è passato il limite: non solo la morte di una bambina, ma la tracotanza della Camorra, che non può più nascondersi sotto la facciata dell’onore.

Nonostante i tentativi di sabotaggio, il processo si farà. Ed equamente. Salvatore Giuliano prende 24 anni in primo appello, 18 in secondo, 20 come verdetto definitivo. La giustizia, qualche volta, riesce a colpire nel muso i malvagi.

Annalisa come simbolo

Dopo tre giorni di agonia, i genitori scelgono di ricorrere alla donazione degli organi. La morte di Annalisa permette ad altre 7 persone di sopravvivere. La nobile scelta dei genitori è il primo di una serie di azioni positive che nascono da un fatto orribile: scuole, biblioteche, iniziative, leggi, dedicate a lei o che prendono il suo nome.

Non sarei del tutto onesto se dicessi che proprio niente è stato realizzato dopo tanto dolore dovuto alla morte così ingiusta di una bambina

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