Le analisi sui dispositivi elettronici cambiano lo scenario: da possibile suicidio a ipotesi di fuga volontaria.
Acqualanga (Pesaro e Urbino) – La scomparsa di Riccardo Branchini, il ventenne di Acqualagna sparito nella notte del 12 ottobre 2024, ha assunto una svolta inaspettata. Le nuove analisi condotte sui suoi dispositivi elettronici e la ricostruzione dei suoi movimenti attraverso il sistema satellitare dell’auto hanno portato la famiglia e i suoi legali a credere che il giovane sia ancora vivo e che si sia allontanato volontariamente.
Riccardo Branchini, 19enne di Acqualagna in provincia di Pesaro-Urbino, è scomparso nella notte tra il 12 e 13 ottobre 2024, dopo aver trascorso una serata con gli amici a Urbino. La sua auto è stata ritrovata nei pressi della diga del Furlo con all’interno cellulare, documenti, soldi e vestiti, elementi che inizialmente avevano fatto propendere per l’ipotesi del suicidio.

Un biglietto d’addio trovato nella sua camera, attualmente coperto dal segreto istruttorio, sembrava confermare i timori più neri. Le ricerche si erano concentrate nella zona della diga, con l’impiego di sommozzatori, squadre cinofile e Soccorso alpino ma non hanno dato alcun esito.
La svolta: le analisi rivelano un piano diverso
L’avvocata della famiglia, Elena Fabbri, ha rivelato come le nuove indagini abbiano completamente ribaltato lo scenario iniziale. L’analisi dei dispositivi elettronici di Riccardo ha mostrato che due giorni prima della scomparsa il giovane aveva effettuato ricerche sui viaggi all’estero, cercando “tutta una serie di indirizzi in Italia e all’estero nonché treni, aerei, bus e ostelli che sembrava quasi organizzare una fuga”.
Questi elementi hanno portato la famiglia a rivedere completamente la propria interpretazione degli eventi. “Riccardo non cercava come togliersi la vita”, ha dichiarato l’avvocata, “ma sembrava pianificare una partenza”.
Gli ultimi movimenti noti
Il dissequestro dell’auto ha permesso di ricostruire attraverso il sistema satellitare gli spostamenti di Riccardo nella notte della scomparsa. Il giovane, uscito di casa alle 00:14, non si è diretto immediatamente verso la diga del Furlo dove è stata poi ritrovata l’auto.

Prima ha sostato in un parcheggio, poi si è spostato nuovamente “come se aspettasse qualcuno”, per poi dirigersi finalmente verso il Furlo. Questo comportamento, secondo la ricostruzione della difesa, suggerisce che il giovane avesse un appuntamento con qualcuno e che la fuga possa essere stata organizzata con l’aiuto di terzi.
Le segnalazioni dall’estero e le ricerche europee
Le ricerche di Riccardo si sono estese ben oltre i confini regionali e nazionali. Sono arrivate diverse segnalazioni, tra cui una particolarmente attendibile dalla Svizzera che, alla luce delle nuove analisi, ha acquisito maggiore credibilità.
“Le ricerche sono anche in Europa“, ha confermato l’avvocata Fabbri. “Noi abbiamo necessità di sapere che sta bene. Se poi non vuole tornare a casa è libero di fare le proprie scelte perché ormai è maggiorenne ma abbiamo paura che, se anche inizialmente questa idea è partita autonomamente, sia in qualche modo cambiata successivamente e lui potrebbe essersi ritrovato in situazioni spiacevoli”.
Il profilo del giovane scomparso
Riccardo Branchini, diplomato nel giugno 2024, viene descritto come un ragazzo “introverso e che usciva poco”, molto legato ai genitori e stimato a scuola. A settembre aveva trascorso un periodo in Irlanda per studiare inglese, dimostrando una certa apertura verso l’estero che ora assume un significato diverso alla luce delle nuove scoperte.

Alcuni dettagli che inizialmente erano passati inosservati ora assumono maggiore rilevanza: il fatto che avesse portato con sé gli occhiali da vista e le lenti a contatto, elementi che non erano stati trovati in casa e che mal si conciliavano con l’ipotesi del suicidio.
L’indagine per istigazione al suicidio
Le autorità hanno aperto un fascicolo per istigazione al suicidio ma le nuove evidenze potrebbero portare a una rivisitazione dell’intera vicenda. Il passaggio da un’ipotesi di gesto estremo a quella di allontanamento volontario rappresenta una svolta significativa nelle indagini.
Le speranze della famiglia
“Riccardo per noi è vivo”, ha dichiarato con fermezza l’avvocata della famiglia. “È quanto emerge dall’attività svolta grazie alla Procura con l’analisi di tutti i suoi dispositivi elettronici e dalla ricostruzione che abbiamo fatto dei suoi movimenti”.
La famiglia mantiene viva la speranza che il giovane sia ancora vivo, pur nella consapevolezza che se la fuga iniziale fosse stata volontaria, la situazione potrebbe essere cambiata nel tempo, con il rischio che Riccardo si trovi ora in difficoltà.
Le ricerche continuano su più fronti, con la speranza che il giovane possa essere rintracciato sano e salvo, qualunque sia stata la sua motivazione per allontanarsi da casa in quella notte di ottobre.