Rendimenti finanziari favolosi con prospetti farlocchi: presi due pirati del trading on line

Polizia postale di Torino e Centro per la sicurezza cibernetica di Latina hanno svelato la truffa. I soldi ottenuti dagli ignari investitori venivano subito convertiti in criptovalute.

Torino – La Polizia colpisce il falso trading online: misure cautelari (divieto di espatrio) per due italiani residenti nella provincia di Latina.

Gli approfondimenti condotti dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Torino e coordinati dal Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica hanno permesso di accertare che i due indagati proponevano falsi investimenti attraverso telefonate in stile call center. Le vittime, selezionate tramite società di profiling, venivano indotte a credere in rendite finanziarie elevate, registrandosi su piattaforme fittizie che simulavano grafici di investimento per guadagnarne la fiducia.

La lunga indagine, durata quasi due anni, ha analizzato i complessi flussi finanziari legati agli indagati. I proventi illeciti venivano trasferiti rapidamente su conti intestati a società di comodo estere e convertiti tramite wallet di criptovaluta, rendendo difficile risalire alla provenienza delittuosa. Questo ha consentito agli investigatori di individuare alcune vittime ancora ignare del raggiro e di prevenire ulteriori perdite economiche. La fase esecutiva è stata condotta dalla Polizia postale di Torino, in collaborazione con la Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Latina.

Il falso trading on line è una pratica illecita in grande espansione. La Polizia Postale invita a:

  • Verificare l’autorizzazione del soggetto tramite i siti di Consob o Banca d’Italia;
  • Consultare la sezione “Warning and Publications for Investors” dell’ESMA per controllare eventuali segnalazioni;
  • Ricercare opinioni su blog o forum online riguardo alla società di trading;
  • Diffidare di promesse di rendimenti sproporzionati;
  • Utilizzare solo broker e piattaforme affidabili e conosciute;
  • Non cedere a richieste di pagamento per presunti rimborsi, che spesso nascondono tentativi di estorsione.

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