Il ministro al question time ha parlato dell’ispezione in corso nella città siciliana dopo lo scandalo scoppiato per la denuncia di Maria Cristina Gallo.
Trapani – Il caso dell’inchiesta sui ritardi nei risultati degli esami istologici a Trapani finisce anche al centro del question time. Accompagnati dai carabinieri del Nas, anche gli ispettori inviati dal ministero della Salute sono arrivati nella città siciliana, dopo che è scoppiato lo scandalo dei 3.308 esami istologici tenuti nei cassetti dall’Azienda sanitaria, con alcuni pazienti che hanno dovuto aspettare fino a 8 mesi per avere il responso. Il ministro Orazio Schillaci, rispondendo in merito alle iniziative di competenza, anche di carattere normativo, in materia di nomine in ambito sanitario, proprio alla luce dei recenti casi di malasanità che si sono verificati presso l’azienda sanitaria trapanese ha dichiarato: “Faccio presente che ho dato disposizione al fine di avviare un’ispezione in loco da parte del ministero. Ispezione che allo stato attuale è in corso”.
“In merito a quanto riportato nell’interrogazione – ha proseguito Schillaci – rappresento quanto mi è stato riferito dall’assessorato alla Salute della Regione Sicilia: nello specifico la Regione, oltre ad aver avviato un accertamento ispettivo, ha convocato lo scorso 5 marzo scorso le aziende e gli enti sanitari dell’area metropolitana di Palermo, nonché l’ASP di Catania, per porre in essere interventi finalizzati alla risoluzione delle problematiche in questione”. Il direttore sanitario dell’ASP di Trapani, inoltre, ha “comunicato il numero dei campioni non ancora refertati nel 2024 e nel 2025 e conseguentemente tutte le aziende interpellate hanno assicurato, in un’ottica di rete, la propria disponibilità a garantire un’attività di refertazione dei campioni di anatomia patologica per azzerare la lista d’attesa. Il piano straordinario si è concluso nel rispetto del termine prestabilito”.

L’assessorato, ha aggiunto Schillaci, ha “tuttavia comunicato che dagli esiti e dai riscontri documentali è emerso l’utilizzo di procedure non sempre coerenti con quelle previste dalle linee guida del ministero della Salute”. Le risultanze degli approfondimenti saranno infine “comunicate al mio ministero, che valuterà la sostanza delle condizioni per adottare eventuali azioni che si renderanno necessarie”, ha concluso. Il dato ufficiale che emerge dal report finale della task force messa in campo dalla Regione, su input del presidente Renato Schifani, a partire dal 4 marzo è che sono 206 su oltre 3.000 i campioni istologici risultati positivi a patologie tumorali al termine dell’attività di refertazione compiuta dalle aziende del Servizio sanitario regionale della Sicilia, coinvolte per azzerare i ritardi accumulati dall’Azienda sanitaria provinciale di Trapani.
In particolare, i soggetti positivi sono 46 per il 2024 e 160 per il 2025. I campioni prelevati a gennaio e febbraio di quest’anno sono 1.908 e sono stati analizzati nel rispetto del target temporale dei 20 giorni lavorativi nel 98% dei casi, grazie alla rete istituita dall’assessorato della Salute per superare la grave situazione e scongiurare l’insorgere di ulteriori ritardi. E’ iniziato tutto con la denuncia dell’insegnante di Mazara del Vallo, Maria Cristina Gallo, 56 anni, che ha dovuto attendere ben 8 mesi l’esito dell’esame istologico disposto dopo l’asportazione di una neoformazione all’utero. La donna aveva presentato un esposto. Il referto, sollecitato più volte anche per vie legali e arrivato con incredibile ritardo, ha diagnosticato alla donna un tumore al quarto stadio che, nel frattempo, ha prodotto metastasi.

L’ispezione ordinata dal ministro Orazio Schillaci punta proprio a verificare le eventuali responsabilità nei ritardi con cui sono stati refertati gli oltre 3.300 esami istologici, con tempi d’attesa che in qualche caso hanno raggiunto otto mesi, come nel caso della signora Gallo. Sulla vicenda anche la Procura di Marsala, diretta da Fernando Asaro, ha aperto un’inchiesta per accertare l’eventuale nesso di causalità tra il ritardo e l’aggravamento della malattia. “Non voglio giustizia ma voglio praticare la giustizia per il futuro”, ha detto l’insegnante che ora si sta sottoponendo alla chemioterapia all’istituto nazionale tumori di Milano.