In 20 sono indagati per associazione a delinquere tra minacce, spedizioni punitive e ritorsioni nel Modenese.
Modena – I poliziotti della Digos di Modena e del commissariato di Carpi (Mo) hanno eseguito due distinte ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di 20 persone. La prima ha colpito 18 persone, appartenenti a un’associazione per delinquere nota come “Ak 47 Carpi”, responsabili di estorsioni, lesioni personali, minacce, autoriciclaggio, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
La seconda ordinanza invece è stata emessa nei confronti di due persone, dimoranti nella provincia di Brescia, per concorso in un tentato omicidio di un uomo che faceva parte del gruppo criminale sopra citato.
Successivamente al fatto, la vittima del tentato omicidio insieme ad altre tre persone, si è reso protagonista di una violenta aggressione, con bastoni e machete, ai danni di due uomini.
Le indagini che hanno portato all’operazione di oggi sono iniziate nel 2021 a seguito della coraggiosa denuncia di un lavoratore che, durante una riunione sindacale, aveva subito minacce culminate in una violenta aggressione, riportando lesioni molto gravi.
Il lavoro degli investigatori ha permesso di scoprire l’esistenza di un’associazione criminale, i cui appartenenti erano per larga parte dipendenti di una società di servizi logistici legati al movimento di merci che aveva in appalto la manodopera dei corrieri.
Gli arrestati organizzavano il reclutamento di numerosi lavoratori trattenendo, sotto minaccia, una quota delle loro retribuzioni. Grazie alla collaborazione dei militari della Guardia di finanza di Modena, che hanno analizzato la documentazione bancaria tra le società committenti e le quattro imprese riconducibili al capo dell’organizzazione criminale, è stato possibile ricostruire le procedure adottate per pagare in nero i lavoratori reclutati.
La maggior parte dei lavoratori occasionali impiegati risultavano disoccupati e impiegati presso altre attività totalmente estranee.
Chi non accettava la sottomissione al gruppo subiva azioni persecutorie in ambito lavorativo e personale, anche con spedizioni punitive che si concludevano con veri e propri pestaggi.
L’associazione criminale era attiva anche sui social network con il profilo “Ak 47 Carpi” su cui venivano postati filmati e immagini che ritraevano gli appartenenti in atteggiamento minaccioso, impugnando bastoni e mazze ferrate, ostentando la disponibilità di denaro e il possesso di auto di grossa cilindrata.