Rai, Roberto Sergio Ad e presidente dell’azienda: a settembre il nuovo Cda

L’amministratore delegato rimette il mandato di direttore ad interim della Radiofonia, incarico che verrà assunto da Flavio Mucciante.

Roma – Dopo le dimissioni di Marinella Soldi, passata alla Bbc, Roberto Sergio, che è amministratore delegato Rai assume le funzioni anche di presidente. Lo comunica la Rai in una nota. “L’Amministratore Delegato, Roberto Sergio, in qualità di Consigliere più anziano di età, ai sensi dell’art. 22.3 dello Statuto sociale, assume le funzioni anche di Presidente del Consiglio di Amministrazione. Contestualmente Roberto Sergio rimette il mandato di Direttore ad interim della Direzione Radiofonia, incarico che verrà assunto, sempre ad interim, da Flavio Mucciante”.

Marinella Soldi

“Per quanto riguarda la supervisione delle attività di controllo interno, tale competenza rimarrà in capo al Consiglio di Amministrazione, a cui riporterà a livello organizzativo la Direzione Internal Audit”, conclude la nota di viale Mazzini. Il Consiglio di Amministrazione della Rai, riunitosi il 30 luglio a Roma sotto la presidenza di Marinella Soldi alla presenza dell’ad Sergio, aveva preso atto delle dimissioni rassegnate dalla presidente a far data dal 10 agosto 2024. E’ stato invece fissato per il 12 settembre il voto in Parlamento per il nuovo Cda della Rai.

L’esecutivo dell‘Usigrai ha denunciato che “da settimane la Rai è ferma nella palude. Da settimane assistiamo a un ignobile mercato delle vacche per i ruoli apicali e per le direzioni”. E aggiunge: “Si tratta sulle poltrone mentre il pavimento della casa sta per crollare”. “Si parla di privatizzazione – con i peana di certi quotidiani che percepiscono finanziamenti dal fondo per il pluralismo alimentato dal canone Rai – per non affrontare, invece, il vero problema: la legge che decide la governance della Rai, consegnata dalla riforma Renzi – continua l’Usigrai – nelle mani dell’esecutivo di turno. Discussioni strumentali pur di non applicare l’European Media Freedom Act che impone agli stati membri che a nominare gli amministratori del servizio pubblico non sia il governo. Regolamento europeo che impone anche certezza e indipendenza di risorse per i servizi pubblici radiotelevisivi”.

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