Quarto suicidio nel carcere di Montorio: Uilpa ribatte ai dati del Dap

De Fazio, segretario generale del sindacato penitenziario ribatte al Dipartimento: “Sulle morti non facciamo conteggi di mera statistica”.

Verona – Un altro suicidio dietro le sbarre, l’86esimo da inizio anno nelle carceri italiane, il quarto a Verona. Dopo 24 ore di agonia, un 24enne romeno detenuto al carcere di Montorio, è morto in ospedale. A denunciarlo è  Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria: “Aveva solo 24 anni, nato in Romania, fine pena nell’agosto del 2030, mercoledì sera ha tentato di impiccarsi nella sua cella del carcere di Verona; subito soccorso, è stato condotto in ospedale in condizioni disperate; ha finito di soffrire”. Ma oltre ad annunciare l’ennesimo suicidio in carcere, De Fazio replica ai dati diffusi in questi giorni dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

Il Dap ha voluto fare chiarezza sulle cifre che compongono quello che ormai è un bollettino di morte. “Sono 79 le persone detenute che a oggi si sono tolte la vita all’interno degli istituti penitenziari dal primo gennaio 2024. Il dato – ha riportato il Dipartimento in una nota – si riferisce al numero dei casi per i quali le evidenze dei fatti hanno escluso la necessità di ulteriori accertamenti da parte dell’Autorità Giudiziaria. Nel 2022 il numero più alto di suicidi: 84. Per mera informazione statistica si riporta inoltre che alla data odierna risultano 116 i decessi di detenuti per cause naturali e 22 quelli per cause da accertare”. I dati, si specificava nella nota, “sono raccolti ed elaborati dal 2004 dalla Sala Situazioni, istituita nel 2002 presso il DAP proprio allo scopo di ricevere le segnalazioni degli eventi critici provenienti da tutti gli istituti penitenziari”.

Ma il segretario Uilpa replica ai numeri del Dap: “Teniamo a precisare che i nostri conteggi sono frutto di risultanze acquisite attraverso canali informativi, autonomi e indipendenti, che coordiniamo costantemente con RadioCarcere (Radio Radicale), Ristretti Orizzonti e altre associazioni e vengono forniti per rappresentare all’opinione pubblica il girone infernale in cui si sono trasformate le carceri per detenuti e operatori e rivolgere il nostro grido d’allarme alla politica e al Governo nella speranza, sinora vana, che si assumano provvedimenti utili a risollevarne le sorti“, prosegue il sindacalista. Che poi dà la stoccata: “A differenza del Dap non lo facciamo per ‘mera statistica’ come scritto in una non meglio precisata ‘nota’ dello stesso DAP. Il Dipartimento – conclude – farebbe bene a sfruttare la tecnologia per prevenire e impedire queste morti e non solo per conteggiarle alla stregua dei necrofori, per di più malamente e per ‘mera statistica’”.

De Fazio ha fatto notare più volte che “sebbene nell’ultima parte dell’anno pare vi sia stato un leggero rallentamento nelle morti di carcere, siamo sempre alle prese con numeri destinati ad abbattere ogni precedente record. Del resto, la crisi penitenziaria continua a non essere tangibilmente affrontata dal Governo e gli indicatori sono tutti in negativo. 15mila detenuti oltre i posti disponibili, 18mila unità mancanti alla Polizia penitenziaria, omicidi, suicidi, violenze di ogni genere, stupri, piazze di spaccio e malaffare. Queste sono oggi le nostre prigioni. A pagarne le spese, oltre ai reclusi, i 36mila donne e uomini della Polizia penitenziaria che scontano le pene dell’inferno per la sola colpa di essere al servizio dello Stato”. 

Anche a Poggioreale, come a Verona, ci sono stati quattro suicidi da inizio anno. Il garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello aveva ricordato due settimane fa che il carcere di Prato e quello di Napoli Poggioreale erano al primo posto per il numero di suicidi. “Il sistema penitenziario è sull’orlo del baratro, una strage continua – aveva detto – ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi. Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l’opinione pubblica. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più”, aveva commentato Ciambriello.

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