Concluse le indagini nei confronti di una società attiva nel settore delle vendite di pacchetti turistici ed eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca per un ammontare di 260.000 euro.
Firenze – Le indagini economico finanziarie, avviate alcuni anni fa grazie a un’attività di analisi espletata nel settore del contrasto al lavoro nero, sono state condotte dalle fiamme gialle fiorentine nei confronti di diversi tour operator attivi nelle immediate vicinanze della Galleria degli Uffizi e della Galleria dell’Accademia di Firenze, i quali effettuavano la cessione di pacchetti turistici presso le biglietterie dei due poli museali. Le irregolarità riscontrate venivano prontamente segnalate all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Firenze per l’adozione dei provvedimenti sanzionatori di competenza.
L’attenzione degli investigatori si concentrava, in particolar modo, su una società gestita da due soggetti originari dello Sri Lanka. Su detto ente economico veniva avviata un’attività ispettiva di carattere fiscale al termine della quale veniva scoperta un’evasione di circa 800.000 euro. Non solo, I due soci venivano deferiti alla procura della Repubblica di Firenze, in quanto resisi responsabili dei delitti di omessa dichiarazione, occultamento e distruzione di documenti contabili e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.
Nel corso delle indagini, la società veniva, inoltre, raggiunta anche da un’ordinanza cautelare emessa dal tribunale di Firenze, ai sensi dall’art. 108 del Codice dei beni culturali, con la quale il giudice inibiva la stessa a riprodurre, ai fini commerciali e in qualsiasi forma e con qualsiasi strumento, l’immagine del David di Michelangelo, ordinando altresì il ritiro di tutto il materiale pubblicitario distribuito (dépliant, volantini e manifesti) nei quali comparivano immagini di opere esposte presso la Galleria dell’Accademia di Firenze nonché l’immediata eliminazione delle immagini presenti sulla homepage del proprio sito Internet non avendo richiesto la preventiva autorizzazione al consegnatario dei beni e di conseguenza avendo omesso il pagamento dei relativi canoni.
In ultimo, con l’avvento dell’epidemia da Covid-19, la società verificata diveniva di fatto non più operativa, tuttavia dagli approfondimenti investigativi emergeva come la stessa avesse richiesto ed ottenuto, pur non avendone i requisiti, i contributi stanziati dal Governo per far fronte alla crisi economica conseguente alla pandemia. Le indagini, infatti, hanno disvelato come i due amministratori abbiano tempestivamente trasferito i fondi pubblici ottenuti, su un conto corrente aperto presso un istituto di credito estero sito in noto paradiso fiscale.
Il procedimento è attualmente pendente nella fase delle indagini preliminari e l’effettiva responsabilità delle persone indagate, in uno con la fondatezza dell’ipotesi d’accusa mossa a loro carico, sarà vagliata nel corso del successivo processo. Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi e probatori, anche in favore delle persone sottoposte ad indagini.