Quando il progresso era (anche) estetica: viaggio nella Torino “capitale” del Liberty

Una grande mostra a Palazzo Madama esplora la magica stagione della Belle Époque, quando la città seppe rinnovarsi nel segno di un’arte raffinata e sinuosa. Oggi sogna la candidatura Unesco.

Torino – Torino, si sa, è quasi sinonimo di Liberty. Fu infatti proprio nella capitale sabauda che lo stile per eccellenza della Belle Époque assunse caratteri talmente distintivi e profondi da definire un’esperienza architettonica e artistica che da qui si sarebbe diffusa in tutto il mondo. A ripercorrere questa raffinata ed esaltante epopea è la mostra “Liberty. Torino capitale”, allestita al Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama fino al 10 giugno 2024. La rassegna, curata dallo stesso Palazzo Madama e della SIAT – Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino con la collaborazione di MondoMostre, è una delle tappe fondamentali per l’ingresso di Torino nel RANN – Réseau Art Nouveau Network di Bruxelles e per la sua candidatura a Città Patrimonio Mondiale UNESCO per il Liberty.

Marcello Dudovich, Il Bacio (1901)

Liberty a Torino, l’eterno femminino è protagonista

Una mostra articolata in cinque sezioni, l’esordio tutto consacrato all’eterno femminino, all’immagine della donna che al passaggio tra Ottocento e Novecento emerge per potenza visiva e nuovo ruolo social stupefacenti che l’esposizione ricolloca nella loro dimensione di eccezionalità, non solo rispetto al panorama italiano: le grandi opere di Boldini e Bistolfi, Corcos e Canonica.

Giovanni Boldini. Fuoco d’Artificio, 1890 ca. Olio su tela, 200 x 99,5 cm. Ferrara, Museo Giovanni Boldini.

Da qui si passerà all’ambiente privato de La casa moderna: accolti all’interno di un bow window di Palazzina Turbiglio, si potrà apprezzare e comprendere la novità prorompente dell’elemento architettonico che divenne distintivo del panorama liberty torinese. Qui ci si potrà muovere tra l’eleganza degli abiti del tempo ammirando complementi d’arredo e pregiati accessori, illuminati da un lampadario dell’Officina Mazzucotelli, e prendendo coscienza del ruolo della danza e del movimento grazie a immagini e opere quali il magnifico vaso portafrutta di Leonardo Bistolfi.

Vittorio Matteo Corcos, Lettura sul mare (1910)

Il Liberty, l’arte che incarnò le ambizioni d’inizio secolo

Da questo evocativo interno si è poi proiettati nelle strade e quartieri di una città, Torino, capace di applicare il Liberty a ogni tipologia edilizia. È proprio La Gran Via il cuore dell’esposizione che narra Torino, la sua architettura, il suo ruolo per l’Europa e per il mondo, a principiare dalla rivoluzionaria Esposizione Internazionale del 1902, rievocata con opere originali allora esposte e gli apparati iconografici concepiti, che presentano non solo i fermenti culturali del tempo, ma soprattutto, indagandone la materialità, portano all’essenza della rivoluzione liberty torinese. Solo Torino ha la capacità di declinare questa storia in ogni ambito dell’edificare, poiché il Liberty connota scuole e fabbriche, case popolari e ville signorili, bagni pubblici e palazzi in oltre 500 capolavori distribuiti su tutto il territorio cittadino.

Coppia di poltroncine angolari con tavolino da fumo a forma di trifoglio

Nella quarta sezione Nuovi linguaggi per una nuova società l’industria dell’arredamento e degli interni deflagra dall’editoria scolastica alla grafica pubblicitaria e alle riviste, in un Liberty che diviene linguaggio unificante di un Paese e di una società, trovando il proprio massimo interprete in Leonardo Bistolfi, che è il protagonista assoluto dell’ultima sala Dalla Sfinge a Città del Messico, emozionante percorso nel meccanismo della creazione artistica, che permette di seguire il farsi dell’idea dal primo schizzo al disegno, dal bozzetto al modello e al gesso preparatorio, dal marmo al bronzo dell’opera compiuta seguendo lo scultore nella genesi di alcuni grandi capolavori.

Un raffinato abito femminile da sposa o da cerimonia di mussola di cotone e organza attribuito a un atelier di sartoria torinese

Il Liberty a Torino, una mostra a tutto tondo

Un allestimento emozionante e coinvolgente che affronta ogni aspetto delle manifestazioni artistiche del Liberty in modo del tutto originale e inedito, consentendo al visitatore di comprendere appieno i meccanismi della creazione architettonica ed estetica, potendo per la prima volta percepire il farsi delle opere, siano esse di architettura, di design d’interni, pitture, sculture, lavori grafici o di decorazione, oggetti d’uso, testi letterari, poesia o musica, tutti lavori caratterizzati dalla particolarissima linea strutturale della natura, generatrice eterna di forme.

Spilla a forma di libellula, inizio XX secolo.

Nel mondo fatato della Belle Époque

Nel quarantennio della cosiddetta Belle Époque, nei decenni di fiducia sconfinata nel progresso, un mondo senza più confini trova la sua espressione in un movimento artistico-filosofico che con squisita eleganza decorativa connette ogni cosa con linee dolci e sinuose che si incontrano e si intrecciano armoniosamente. È la nascita di uno stile che trova in Torino la sua capitale e la propria cassa di risonanza nel Parco del Valentino, protagonista dei nuovi valori della nazione e del progresso, cornice ideale per mettere in mostra la produzione italiana in campo industriale, agricolo e artistico.

Leonardo Bistolfi, illustrazione per la prima Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna

Con l’Esposizione generale italiana del 1898 si crea la Fontana dei Mesi, una cascata di 600 litri d’acqua al secondo, con due pennacchi lanciati a 20 metri d’altezza. In una scenografia del tutto sorprendente per la severa città sabauda Carlo Ceppi concepisce una fontana di forma neo-settecentesca, capace di conciliare nostalgie rococò con spunti Liberty utilizzando il moderno cemento. A essa lavorano Luigi Contratti, Giacomo Cometti, Cesare Reduzzi ed Edoardo Rubino, gli scultori protagonisti della grande stagione liberty, di cui Torino diviene una capitale di livello mondiale riconosciuta subito per l’Esposizione Internazionale di Arte Decorativa Moderna (aprile – novembre 1902), capace di dare spazio ai massimi protagonisti dell’Art Nouveau europea.

Torino liberty, una straordinaria avventura urbana e sociale

Quanto concepito e mostrato nella capitale sabauda contribuisce, tra l’ultimo ventennio dell’Ottocento e il primo del Novecento, non solo a trasformare e rinnovare l’aspetto della città, ma a definire un approccio al contesto urbano che inciderà su tutta l’architettura occidentale prima e mondiale poi. Torino innesta sul suo tessuto settecentesco una straordinaria avventura urbana e sociale, con l’arte del Liberty che ridefinisce la quotidianità della città.

Banco di scuola

L’architetto-ingegnere Pietro Fenoglio crea capolavori quali Villa Scott – protagonista del film Profondo rosso di Dario Argento – e Casa Fenoglio-La Fleur ove tutto, dai telai delle finestre ai caloriferi in ghisa e dagli stipiti in legno alle maniglie delle porte, è stato disegnato dall’artista, tanto che Rossana Bossaglia proclamerà questo edificio “[…] il più bell’esempio di architettura Liberty in Italia, certo il più puro nel senso Art Nouveau”. Queste costruzioni introducono a un vasto insieme di ville nobiliari e palazzi destinati alla borghesia, che a propria volta preludono a esperienze originalissime quali il Villaggio Leumann, nato nel solco dello spirito del Nord Europa, ai caseggiati nei quartieri operai, artigianali e impiegatizi di Barriera di Milano e San Paolo e ai bagni pubblici presenti in tutti i quartieri della città.

Leonardo Bistolfi, Verso la luce – la Vita (1912-1913)

Le tecniche, i nuovi materiali – come il litocemento – e le forme sinuose si adattano e applicano a ogni contesto con semplicità e grazia. Si ridefinisce completamente il sistema decorativo della casa e dello spazio urbano, giungendo a un monumento esemplare del gusto del tempo: quell’Amedeo di Savoia duca d’Aosta, posto all’ingresso del parco del Valentino nel 1902, con cui Calandra costruisce un capolavoro del Liberty così come lo volle intendere la rivista L’arte decorativa moderna da lui fondata con Leonardo Bistolfi, Enrico Reycend, Enrico Thovez e Giorgio Ceragioli e che svolse la funzione di affermare, con la contemporanea Esposizione torinese, il dominio di quello stile.

Liberty a Torino, parola chiave: metamorfosi

Di questa stagione europea assai feconda nel superare il naturalismo in nome di un simbolismo decorativo, la mostra di Palazzo Madama rende conto ruotando intorno a una parola chiave: metamorfosi. Il passaggio tra Ottocento e Novecento può, infatti, essere considerato quale un grande processo di metamorfosi estetica, sociale, geopolitica. L’esposizione si avvale, inoltre, dell’eccezionale contributo dato dalla campagna fotografica appositamente svolta dall’architetto Pino Dell’Aquila.

L’allestimento, la mostra e il catalogo – edito da Silvana Editoriale – sono a cura di Beatrice Coda Negozio, Roberto Fraternali, Carlo Ostorero, Rosalba Stura e Maria Carla Visconti che, anche come SIAT – Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, da decenni hanno intrapreso un percorso di tutela e approfondiscono dei temi della cultura Liberty a Torino, rendendosi protagonisti di importanti iniziative scientifiche, editoriali e divulgative.

All’esposizione si accompagna il ricco programma off Libertyamo, che vede il supporto della Camera di commercio di Torino, orientato al massimo coinvolgimento della città e dei cittadini alla riscoperta delle proprie radici e dell’eccezionalità del contesto architettonico della loro quotidianità.


LIBERTY. TORINO CAPITALE
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
Sala del Senato
piazza Castello – Torino
26 ottobre 2023 – 10 giugno 2024
Info: www.palazzomadamatorino.it/it/evento/liberty-torino-capitale

Immagine d’apertura: Gaetano Previati, La danza delle ore (1899). Milano, Gallerie di piazza della Scala.

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