Emanuele Michieletti primario

Primario arrestato per violenza sessuale, “decine di abusi sulle colleghe in ufficio”. L’Ausl lo licenzia. Il clima di ricatti e omertà

Piacenza, ai domiciliari Emanuele Michieletti: 32 gli episodi documentati in ospedale. L’azienda sanitaria: “Valutiamo di costituirci parte civile”. La Procura: “Agiva come se le dipendenti fossero a sua disposizione anche sessualmente”.

Piacenza – E’ stato licenziato nelle scorse ore per giusta causa con una delibera aziendale Emanuele Michieletti il primario dell’ospedale Civile di Piacenza, accusato di violenza sessuale aggravata e atti persecutori ai danni di dottoresse ed infermiere. Ad annunciarlo Paola Bardasi, direttrice generale dell’Ausl di Piacenza, come riporta l’Ansa.     “Abbiamo già iniziato analisi e verifiche interne – ha detto – e non escludiamo provvedimenti, a breve, dopo un confronto anche con l’autorità giudiziaria”. Michieletti, 60 anni, è ora ai domiciliari su disposizione dell’autorità giudiziaria, a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare.

Le indagini, durate 45 giorni e supportate da attività di videosorveglianza, hanno consentito di documentare 32 episodi all’interno del suo studio. Secondo quanto riferito dalla Polizia, “il primario compiva atti sessuali su quasi tutte le donne che varcavano da sole la porta del suo ufficio”.

Emanuele Michieletti

Emanuele Michieletti, un “insospettabile”

Nato a Vercelli, laureato a Milano e sposato, Michieletti era quello che si può definire un “insospettabile”. Autore di numerose pubblicazioni mediche, nel 2020 con il suo team di ricerca aveva dato alle stampe sulla rivista internazionale “Radiology” uno studio inerente le prognosi dei casi positivi di Coronavirus – si era allora in piena pandemia. Tuttavia è emerso che avrebbe anche due relazioni extraconiugali stabili.

Gli abusi sono emersi dopo la denuncia di una dottoressa, che era stata costretta a subire molestie quando si era recata nel suo ufficio per discutere delle ferie. A quel punto sono scattate le indagini, che hanno documentato i 32 casi in soli 45 giorni.

Un clima di omertà e ricatti

Perquisizioni sono state effettuate sia nell’abitazione del medico che all’interno del suo ufficio ospedaliero. Le indagini sono state particolarmente complesse a causa del clima di omertà che si respirava nel reparto, dove molte vittime avrebbero temuto ritorsioni o ripercussioni lavorative. In alcuni casi i rapporti, sempre nell’orario di lavoro, sarebbero stati «consenzienti». Ma in molti altri, la maggior parte, no. Il medico, rileva la questura, agiva come se le dipendenti fossero a sua disposizione anche sessualmente. «Non si faceva scrupoli» a compiere le violenze «durante le normali attività e conversazioni di lavoro. Per il personale sanitario di sesso femminile entrare nell’ufficio del dottore per questioni lavorative significava dover sottostare ad atti sessuali», scrive la procura.

Michieletti, a quanto viene riportato dalla stampa locale, si sarebbe anche vantato delle sue azioni e avrebbe pure ricevuto “suggerimenti” dai colleghi su come comportarsi con alcune delle vittime. «Complimenti anche alle amanti consenzienti. Qualcuna la conosco e si vantava pure delle prestazioni ricevute con frequenza abbastanza assidua. Che schifo di omertà! Meno male che dall’inferno ne sono uscita già dal 2017», ha scritto sui social una ex dipendente. A Piacenza, scrive via social e riporta Open, «tutti zitti e compiacenti. Chissà quanti matrimoni salteranno nella città. Fossi un magistrato, in questo contesto subdolo indagherei anche su chi, senza titoli chissà come, è riuscito ad arrivare in cima alla piramide. Loro restano nell’ombra, distruggono vite e restano perennemente intoccabili. Mi dispiace solo per i colleghi onesti che, pur di lavorare, accettano questo schifo all’ennesima potenza».

La direttrice dell’Ausl di Piacenza ha confermato che è già stato nominato al suo posto un direttore ad interim del suo reparto. “Non appena possibile – riporta ancora l’Ansa – vogliamo capire come tutelare tutte le donne coinvolte in questa vicenda, stiamo preparando gli atti e valuteremo di costituirci parte civile nel processo” ha affermato.

Nell’interrogatorio di garanzia Michieletti si è avvalso della facoltà di non rispondere.


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