Tra i reati contestati anche l’estorsione il riciclaggio, la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e abusiva attività finanziaria.
Bari – Ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 4 soggetti (di cui 3 in carcere e 1 agli arresti domiciliari). Il gip del Tribunale di Trani, accogliendo la richiesta della Procura ha disposto le misure che sono in corso di esecuzione da parte dei militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Bari. Le persone attinte dai provvedimenti restrittivi (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) sono indagate, a vario titolo, per i reati di usura aggravata, estorsione, riciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e abusiva attività finanziaria.
L’odierna operazione costituisce un primo epilogo di articolati approfondimenti investigativi, coordinati dalla Procura di Trani ed eseguiti dal Nucleo PEF Bari, che hanno consentito, secondo quanto ritenuto dal GIP, di disvelare l’esistenza di una “rete” di prestiti usurari concessi in favore di più soggetti, anche esercenti attività imprenditoriale, nel territorio di Trani e Barletta, per un importo complessivo pari a circa 600mila euro.

In particolare, le investigazioni sono state avviate a seguito delle dichiarazioni rese da un’imprenditrice, in gravissime difficoltà economiche, la quale – stanca delle continue vessazioni – aveva denunciato di essere stata vittima di usura e destinataria di gravi e reiterate minacce da parte di un soggetto di Terlizzi (BA), il quale agiva per conto dei veri usurai, due fratelli di Trani.
I conseguenti riscontri, accuratamente sviluppati dagli investigatori del G.I.C.O., attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni (eseguite nel luglio 2023, con sequestro probatorio di numerosi titoli di credito quali cambiali, assegni, matrici di assegni, ecc…), pedinamenti ed escussione di persone informate dei fatti, hanno consentito l’acquisizione di un corposo e grave quadro indiziario, risultato funzionale alla ricostruzione delle condotte illecite e dei differenti profili di responsabilità. Va evidenziato che alcune delle persone informate si sono rivelate reticenti con gli inquirenti per paura di ritorsioni da parte degli indagati: il profilo è oggetto di specifico approfondimento.
In sintesi – secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P. del Tribunale di Trani (fatta salva la valutazione successiva con il contributo della difesa) – gli accertamenti avrebbero dimostrato: l’operatività di un’associazione per delinquere finalizzata a commettere reati di usura, estorsione, riciclaggio ed esercizio abusivo di attività finanziaria nella provincia di Bari e Bat; l’ottenimento, tra febbraio 2021 e marzo 2023, da parte dell’imprenditrice denunciante, di più prestiti di denaro con tassi di interesse annui tra il 70% e oltre il 1.000%; ulteriori episodi da parte di alcuni indagati nei confronti di altre vittime, con tassi di interesse fino al 360%, superiori al tasso soglia previsto dalla legge.
In tale contesto, è stato rilevato che gli usurai, pur di vedersi restituire le somme prestate, avrebbero costretto le vittime a pagare anche ricorrendo a violenze e minacce psicologiche, con frasi del tipo: “Se non paghi ti veniamo a prendere sotto casa”, “Oh balenga! Ma lo dobbiamo sistemare sto fatto?! Scimunita! Si o no?! Che sennò vediamo diversamente di sistemare sto fatto…”, “Questi soggetti sono pericolosi. Con questi soggetti non si scherza. Non sai cosa ti può succedere”, “Chiudiamo, sennò passi i guai tu e passo i guai io! Maledizione a me che mi sono messo in mezzo a questa storia” “[…] quelli sono collegati con i cerignolesi… i cerignolesi sono una … non dimenticherò mai quando mi è successo a me di avere a che fare con i cerignolesi”.
Nel corso delle indagini è stata inoltre accertata la sistematica sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte da parte dei soci di diritto e di fatto di una società attiva nel settore calzaturiero, che gli indagati avrebbero utilizzato per dare parvenza legale all’attività creditizia, tramite fatture per operazioni inesistenti. L’indagine ha approfondito anche i profili di responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi ai sensi del D. Lgs. n. 231/2001, considerando sia i sequestri diretti che quelli per equivalente, a carico di persone fisiche e giuridiche. Considerato il valore indiziario degli elementi acquisiti, connotato da gravità, il G.I.P., su richiesta della Procura della Repubblica di Trani, ha emesso i provvedimenti cautelari personali e reali.
Oltre alle citate misure restrittive, è in corso di esecuzione anche il sequestro preventivo, anche per equivalente, di beni per un valore complessivo di circa 3,5 milioni di euro, quale profitto dei reati di usura, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e riciclaggio, nei confronti di 12 indagati e di una società coinvolta nel meccanismo illecito.