Poliziotti in borghese sventano truffa in criptovalute

Denunciati due francesi di origine serba: il colpo, ai danni di due imprenditori lettoni, avrebbe fruttato loro oltre 300mila euro.

Roma – Truffa sventata da due poliziotti in borghese in un ristorante a Roma in via delle Muratte. Gli agenti, impiegati in un servizio antiborseggio, hanno notato nei pressi del locale un uomo e una donna, di apparente nazionalità serbo-croata, in abiti eleganti e atteggiamento sospetto. Sapendo che in passato in casi simili si erano verificate truffe, hanno voluto vederci chiaro, sventando l’operazione.

Le truffe in questione, denominate “rip deal”, procedono sempre con lo stesso schema: alla vittima viene proposta un’operazione di cambio fraudolenta, in cui i truffatori promettono una certa cifra in una determinata valuta in cambio di una cifra in un’altra valuta, con il miraggio di guadagni quale premio per l’intermediazione prestata.

Fingendosi clienti del ristorante, i due agenti si sono seduti nel tavolo accanto a quello dei due sospettati e, ascoltando la loro conversazione, li hanno sentiti discutere, in lingua inglese, con altri due avventori a proposito di una trattativa commerciale inerente criptovalute per milioni di euro. Uno dei due individui seduti al tavolo è stato anche riconosciuto da un agente come uno degli autori di un’altra truffa posta in essere in passato con il medesimo modus operandi.

A quel punto i poliziotti hanno chiamato i rinforzi e bloccato i truffatori, invitando le vittime, due imprenditori originari della Lettonia, a sporgere querela nei loro confronti. I due fermati, si è scoperto durante le indagini, avevano proposto l’acquisto di 26 case mobili per un valore complessivo di circa 2 milioni e 200 mila euro, proponendosi come intermediari dei reali acquirenti e offrendosi di pagare tutta la fornitura in anticipo in cambio di un “cashback” in criptovalute. I due avrebbero gonfiato la spesa facendo lievitare il prezzo d’acquisto fino a 2 milioni e mezzo di euro, volendo poi intascare la differenza di circa 300 mila euro in criptovalute attraverso un wallet (portafoglio) virtuale. Gli agenti, però, sono intervenuti in tempo sventando la truffa.

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