Alla premier il titolo 2025, ‘Musk chiama lei per parlare con Ue’. La testata la definisce l’interprete perfetta dello zeitgeist.
Roma – La “persona più potente d’Europa” secondo la classifica per il 2025 di Politico è Giorgia Meloni. “Chi chiami se vuoi parlare con l’Europa? Se sei Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo e consigliere chiave del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, il numero che chiami appartiene a Giorgia Meloni”, scrive il quotidiano statunitense, sottolineando che “in meno di un decennio, la leader del partito di destra Fratelli d’Italia è passata dall’essere liquidata come una pazza ultranazionalista all’essere eletta primo ministro d’Italia e ad affermarsi come una figura con cui Bruxelles, e ora Washington, possono fare affari”. La testata internazionale Politico ha incoronato la premier italiana come la persona più potente d’Europa per il 2025, definendola nella sua classifica d’influenza l’interprete perfetta dello zeitgeist, lo spirito del tempo, “sempre più radicale che fiorisce su entrambe le sponde dell’Atlantico”.
Sfruttando il vuoto di potere lasciato da Parigi e Berlino, la premier ha ora spazio per “portare avanti le sue politiche”. E “la rielezione di Trump”, nel giudizio della testata di proprietà del gruppo editoriale Axel Springer, potrà darle “ancora più slancio”. Anche grazie al sostegno di Elon Musk, che la acclama come paladina del contrasto all’immigrazione illegale. Se finora Meloni ha usato la sua influenza principalmente in Italia, la domanda – evidenzia infine Politico – è se adesso “inizierà a esibire i muscoli a livello internazionale e se, con un nuovo vento che soffia attraverso l’Atlantico, continuerà a giocare bene con istituzioni come l’Ue e la Nato oppure tornerà alle sue radici di destra e sfiderà lo status quo”.
Politico ricorda come la premier italiana “anche se ha virato verso il centro”, abbia “iniziato la sua carriera politica come attivista nell’ala giovanile del neofascista Movimento Sociale Italiano”. “Dalla sua elezione nel 2022, il primo ministro italiano ha introdotto politiche su questioni come l’immigrazione e i diritti LGBTQ+ che un tempo avrebbero suscitato la condanna di Bruxelles”, invece, molti leader dell’Unione Europea “hanno accettato Meloni come la rappresentante gradita dello zeitgeist sempre più radicale che sta sbocciando su entrambe le sponde dell’Atlantico” e la volontà di “collaborare con Meloni sulla scena europea, consentono al primo ministro italiano di 47 anni, che insiste nell’usare la forma maschile del suo titolo formale, il Presidente del Consiglio, di essere un ‘uomo’ forte in grado di esercitare un potere enorme”.
E ancora, descrivendo il riconoscimento si fa notare che “Meloni ha fatto notizia in tutto il mondo quando è diventata il primo premier donna italiano, ma pochi prevedevano che sarebbe durata a lungo in carica”, ricostruisce ancora la testata Usa. Invece, “negli ultimi due anni Meloni ha consolidato il suo governo come uno dei più stabili mai esistiti nell’Italia del dopoguerra” e il suo “aspetto curato e pratico” “contribuisce all’immagine di stabilità”. Da quando è arrivata a Palazzo Chigi, prosegue Politico, Meloni “ha mantenuto al minimo la sua retorica anti-Ue ed evitato scontri con Bruxelles”, spiazzando anche i suoi detrattori ed “emergendo come una delle sostenitrici più convinte dell’Ucraina”.
L’affermazione della leader di Fratelli d’Italia è coincisa con la resa dei conti nel Vecchio Continente sulla crisi migratoria. Meloni ha saputo giocarsi le sue carte: attraverso una “collaborazione con la presidente Ursula von der Leyen” e la firma di “accordi storici con Tunisia, Mauritania ed Egitto”. Oltre al modello Albania da cui, si evidenzia, non si sono discostati nemmeno i leader di centrosinistra come il tedesco Olaf Scholz e il britannico Keir Starmer.
Le sorprese più grandi sono arrivate in politica estera, scrive Politico. Prima di diventare premier, Meloni sembrava essere uno dei tanti amici di estrema destra del presidente russo Vladimir Putin: “Si è opposta alle sanzioni contro Mosca dopo che aveva annesso illegalmente la Crimea nel 2014 e nel 2018 si è congratulata con Putin per la sua “rielezione”, affermando che rappresentava “la volontà inequivocabile del popolo russo”. Ancora nel 2022, poco prima che Putin lanciasse la sua invasione su vasta scala dell’Ucraina, Meloni ha affermato in un’intervista che l’Italia aveva bisogno di “una pace laica con la Russia” e ha accusato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, la cui amministrazione aveva lanciato avvertimenti urgenti sull’imminente offensiva, di “usare la politica estera per nascondere i problemi che ha in patria”. Non c’è da stupirsi che l’ascesa al potere di Meloni abbia preoccupato la Casa Bianca”, riporta Politico.
Ma, continua, Politico, Meloni si è rivelata “il camaleonte politico per eccellenza”, e “si è reinventata come una sostenitrice della linea dura contro la Russia”. E “poco dopo l’invasione su vasta scala, ha criticato “l’inaccettabile atto di guerra su larga scala della Russia di Putin contro l’Ucraina””, ricorda Politico. Poi il giornale ricorda lo scherzo telefonico dei comici russi e aggiunge: “Il prossimo anno elettorale sarà cruciale per Meloni, che è anche presidente dei Conservatori e Riformisti Europei, una famiglia politica che include il partito nazionalista Diritto e Giustizia della Polonia e i Democratici Svedesi di estrema destra”.