Politica in campo sulla cybersicurezza: da Calenda una pdl sullo “scudo democratico”

Proposta di azione contro la diffusione di contenuti distorti. In corso il Cnpr Forum sulle misure da intraprendere per la sicurezza.

Roma – “L’Italia deve dotarsi di procedure che facciano in modo che l’eventualità di una elezione solo apparentemente democratica ma che in realtà non lo è venga evitata in tutti i modi”. Così Carlo Calenda nel presentare la proposta di legge di Azione sul cosiddetto “scudo democratico”, “finalizzata a contrastare le attività di diffusione, attraverso canali di informazione e piattaforme social, di contenuti falsi, distorti e ingannevoli per l’alterazione del processo democratico, nonché i finanziamenti erogati, a qualunque titolo, per il medesimo fine da parte di istituzioni o organizzazioni governative di Paesi terzi, e da persone fisiche e giuridiche operanti sotto il loro controllo o coordinamento”.

“Su questa norma – sottolinea l’ex ministro – c’è un’interlocuzione aperta con il Governo, ne discuteremo con il sottosegretario Alfredo Mantovano, e verrà mandata a tutte le opposizioni, perché questa è una cosa che va fatta tutti insieme”. Nel frattempo è in corso il Cnpr forum “Competitività e tecnologia: il difficile equilibrio tra progresso e sicurezza”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca. Matteo Mauri (Pd), vicepresidente della commissione Affari costituzionali sottolinea che “non solo è a rischio la sicurezza nazionale ma, in molti casi, anche quella delle singole persone perché spesso gli attacchi hacker mirano ai singoli e producono danni economici consistenti. Sono a repentaglio settori importanti ed è necessario sostenere anche economicamente gli Enti locali e i privati per alzare i propri livelli di difesa”.

La proposta di Calenda sullo “scudo democratico”

La sicurezza nazionale, fa notare, “deve essere al centro dell’attenzione della politica in quanto alcuni attacchi sono in grado di bloccare e condizionare i grandi soggetti pubblici. Penso a quelli portati contro alcune Asl o realtà della Pubblica Amministrazione, ma questi attacchi sono anche in grado potenzialmente di bloccare i sistemi di produzione dell’energia di un paese fino a fermare una centrale elettrica. Siccome questi attacchi stanno crescendo e sono sempre più efficaci è necessario che ci sia una risposta di sistema dei singoli paesi e dell’Europa tutta. Bisogna fare in modo che sia dal punto di vista legislativo sia attraverso sostegni economici si proceda con iniziative mirate. Negli ultimi provvedimenti governativi si è messo poco di entrambi”.

Il tema della cybersecurity è al centro dell’attenzione del governo secondo Andrea Volpi, deputato di Fratelli d’Italia in Commissione Lavoro: “Gli esperti ci dicono che nel 2025 gli attacchi saranno sicuramente in crescita in particolare in alcuni settori come la sanità, i trasporti e l’energia. C’è un quadro geopolitico dinamico e alcuni stati tendono a destabilizzare altri paesi attraverso questi attacchi che colpiscono i servizi”. “L’Italia è pronta a difendersi, tuttavia quello della cybersecurity è un settore in continua evoluzione e bisogna stare al passo con i tempi”, continua Volpi. “Sia il governo che le agenzie deputate alla sicurezza sono operative in tal senso. La vera sfida è innovare il nostro sistema formativo in quanto sulle nuove tecnologie che corrono velocemente c’è bisogno di aggiornare i programmi di studio. Il governo ha fatto molto anche con dei provvedimenti legislativi approvati alla Camera dei deputati per favorire l’introduzione delle materie esterne vale a dire quelle materie scientifiche indispensabili per fare in modo che i giovani siano formati e informati, pronti a sostenere il cambiamento tecnologico“.

Emma Pavanelli, parlamentare del M5s in Commissione Attività produttive a Montecitorio fa notare che gli attacchi “ai nostri ‘device’ degli ultimi mesi rappresentano il tema del momento. Dobbiamo fare di più in tema di cybersicurezza e le nostre istituzioni nazionali e locali così come le nostre imprese si devono dare da fare per implementare gli investimenti. La formazione è fondamentale, negli ultimi anni le Università stanno lavorando a nuovi corsi a nuovi master in cybersicurezza ma dobbiamo anticipare il lavoro già negli istituti tecnici più avanzati per formare quelle figure professionali che sono già necessarie. Pensiamo a tutte le aziende partecipate che custodiscono tutti i dati relativi alla nostra vita quotidiana“. 

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