Oggi a Palermo la deposizione delle corone di fiori sul luogo del delitto. Sarà il primo anniversario senza Maria Mattarella, testimone dell’omicidio del padre, morta a settembre stroncata da un tumore.
Palermo – Era il giorno dell’Epifania del 1980, quando Piersanti Mattarella venne ucciso a colpi di pistola davanti alla moglie, Irma Chiazzese, sotto la propria abitazione. Presidente della Regione Siciliana e figura di spicco della Democrazia Cristiana, Piersanti era il fratello dell’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Quarantacinque anni dopo, la Procura di Palermo ha riaperto il caso, esaminando nuovi elementi e interrogando diversi collaboratori di giustizia. Due mafiosi, Antonino Madonia e Giuseppe Lucchese, entrambi già detenuti da oltre trent’anni per altri omicidi, sono ora indagati come presunti esecutori materiali del delitto. Ma rimangono ancora da chiarire gli eventuali legami dell’episodio con l’eversione di estrema destra.
Un intricato intreccio di sangue e misteri
L’omicidio di Mattarella ha visto finora condannati solo i membri della Commissione di Cosa Nostra che ordinarono l’agguato, ma l’identità dei sicari era rimasta avvolta nel mistero. Gli estremisti di destra Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini, inizialmente accusati, sono stati assolti in via definitiva. La vedova Mattarella aveva identificato Fioravanti come possibile assassino, ma la sua testimonianza non è stata considerata sufficiente dai giudici. L’inchiesta aveva ipotizzato una convergenza tra mafia ed eversione nera, una teoria supportata anche da Giovanni Falcone. Depistaggi, intrighi, e connessioni tra poteri occulti rendono l’omicidio di Mattarella un caso irrisolto, un enigma che ancora oggi solleva interrogativi. E che ha spinto la Procura di Palermo, grazie a nuovi elementi emersi, a riaprire le indagini.
Un docufilm per raccontare il delitto
Nell’anniversario dell’assassinio, il docufilm di Giorgia Furlan, Magma. Mattarella, il delitto perfetto, analizza con attenzione quello che viene definito il crimine politico più grave dopo il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro. Considerato l’erede di Moro, Piersanti Mattarella portava avanti un progetto di rinnovamento politico in Sicilia, con un’apertura verso il Partito Comunista Italiano. In molti ritengono che il suo omicidio mirasse a impedire un’evoluzione politica che avrebbe unito la Democrazia Cristiana ai comunisti, concretizzando le “convergenze parallele” di cui parlava Moro.
I nuovi indizi contro Madonia e Lucchese
Tra i nuovi elementi raccolti dalla Procura di Palermo figura una fotografia che mostra un’automobile collegata alla scena del delitto. Questa immagine, recuperata grazie a una richiesta di materiali avanzata a giornali e agenzie di stampa, ha rafforzato le indagini. A sparare sarebbero stati Antonino Madonia, membro di una nota famiglia mafiosa, e Giuseppe Lucchese, uno dei killer più spietati della seconda guerra di mafia. Lucchese, arrestato nel 1990 dopo anni di latitanza, era ritenuto responsabile di numerosi omicidi, inclusa la strage di alcuni familiari di Francesco Marino Mannoia dopo il suo pentimento. All’epoca dell’arresto di Lucchese, Giovanni Falcone lo definì “un’operazione di primaria importanza, persino più significativa della cattura di Michele Greco”.
La commemorazione
Oggi a Palermo sarà la giornata del ricordo. Il 45º anniversario della morte di Piersanti Mattarella è stato celebrato con la deposizione di corone di alloro davanti alla targa che ricorda il delitto in via Libertà, cerimonia alla quale hanno partecipato esponenti politici e autorità civili e militari, nel primo anniversario senza Maria Mattarella, che a 18 anni fu testimone dell’omicidio del padre, morta a settembre dopo aver lottato contro un tumore.
Alla cerimonia hanno partecipato il figlio Bernardo e i nipoti dell’ex presidente della Regione, il prefetto di Palermo Massimo Mariani, il vicesindaco Giampiero Cannella, il presidente della commissione antimafia dell’Ars Antonello Cracolici, i magistrati Lia Sava procuratrice generale presso la corte d’appello di Palermo, Matteo Frasca presidente della Corte d’appello, Claudia Caramanna procuratrice per i minorenni, Mario Fragale segretario generale della Città Metropolitana e l’ex sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando che con Mattarella ha fatto i suoi primi passi in politica. Presenti rappresentanti delle forze dell’ordine. Non c’era invece il Capo dello Stato, e non è una novità la sua assenza.
A Castellammare del Golfo (TP), città natale di Mattarella, il sindaco Giuseppe Fausto ha deposto una corona sulla tomba del presidente nella cappella di famiglia, dove riposano anche altri membri della famiglia Mattarella, tra cui la stessa Maria – che fu anche segretaria generale della Regione Siciliana – e Marisa Chiazzese, moglie di Sergio Mattarella e sorella di Irma Chiazzese.
L’omaggio della politica
«Quarantacinque anni fa, la mafia uccideva Piersanti Mattarella, presidente della Regione Siciliana, esempio di impegno e dedizione al bene comune. La sua figura continua a ispirare chi, ogni giorno, si batte contro la criminalità organizzata e si adopera per difendere i valori di giustizia e legalità», ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
“La Regione Siciliana rinnova il proprio commosso omaggio a una figura straordinaria, che ha rappresentato un faro di integrità e coraggio nella lotta contro ogni forma di illegalità. Piersanti Mattarella, con la sua azione riformatrice, perseguiva un’idea di Regione con ‘le carte in regola’, fondata sulla trasparenza, sull’efficienza e sul rispetto delle istituzioni. Oggi ricordiamo non solo il suo sacrificio, ma anche il suo straordinario esempio, che continua a guidare il nostro impegno quotidiano per una Sicilia libera dalla mafia e dalle ingiustizie”, ha dichiarato il presidente siciliano Renato Schifani. “Accogliamo con speranza e fiducia – prosegue Schifani – la nuova indagine avviata dalla Procura di Palermo per fare finalmente piena luce sugli esecutori materiali del suo barbaro assassinio. È un passo necessario per restituire verità e giustizia, non solo alla memoria di Mattarella e ai suoi familiari, ma a tutti i siciliani che credono in un futuro di legalità e progresso. Nel suo ricordo ribadiamo con forza il nostro impegno per costruire una Sicilia migliore, nel solco dei valori che egli ha incarnato”.