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Piano per la messa in sicurezza degli ospedali, ok del Senato. Ugl: “Procedere in fretta, troppe strutture ancora carenti”

Via libera in Commissione, ma il sindacato incalza: “Tragedie come Tivoli non devono più accadere”. E mentre il pronto soccorso del nosocomio bruciato va verso la riapertura, il documento choc: un anno fa l’allarme antincendio fu ignorato.

Roma – Via libera al piano straordinario e urgente per la messa in sicurezza del patrimonio sanitario pubblico. È stata approvata in Commissione Sanità al Senato una risoluzione unanime che impegna il governo su questo punto. Il riferimento, in particolare, è alle vigenti norme in materia di sicurezza antisismica e antincendio. Il piano è destinato anche a superare le criticità procedurali e attuative connesse all’utilizzo delle risorse dell’edilizia sanitaria. Nella risoluzione si impegna inoltre il governo a mettere a disposizione delle Regioni le risorse finanziarie necessarie: quote inutilizzate delle risorse ex articolo 20; risorse a disposizione dell’Inail; allo scopo di rafforzare la capacità progettuale e amministrativa delle Regioni del Mezzogiorno e per specifiche finalizzazioni, risorse del fondo per la coesione.

Ispirandosi al Pnrr, si dovrà inserire una scadenza (auspicabilmente 30 marzo 2024) entro la quale ciascuna Regione, nel quadro della propria programmazione, sarà tenuta ad effettuare la ricognizione dei fabbisogni in materia di messa in sicurezza delle strutture sanitarie con identificazione della complessità dell’intervento e delle relative priorità, da articolare su tre livelli. La scadenza per la successiva firma degli accordi di programma, entro 30-60-90 giorni dal completamento della ricognizione dei fabbisogni, a seconda del grado di complessità, che ciascuna Regione dovrebbe poter concludere separatamente, accorpando eventualmente gli interventi.

Si dovrà inoltre promuovere un monitoraggio periodico dell’attuazione del piano, con scadenza almeno semestrale. Infine, in prossimità di ognuna delle scadenze individuate, a informare il Parlamento sullo stato di attuazione del piano.

La notizia è stata accolta con soddisfazione dal sindacato UGL Salute. E’ un atto d’indirizzo che deve concretizzarsi quanto prima perché, e lo abbiamo denunciato da tempo, troppe strutture ospedaliere non rispondono a criteri di messa in sicurezza per incendi o eventi sismici”, commenta il segretario nazionale Gianluca Giuliano. Che incalza: “Chiediamo dunque che tutte le procedure di programmazione e progettualità propedeutiche per iniziare i lavori di adeguamento delle strutture vengano velocizzate perché eventi drammatici, che hanno causato vittime, come quello di Tivoli non abbiano più a ripetersi. La ristrutturazione, ammodernamento e messa in regola dell’edilizia sanitaria sul suolo nazionale deve essere una priorità assoluta del rilancio del SSN. Tragedie come quella del rogo all’Ospedale di Tivoli non devono più accadere”, conclude il sindacalista.

Il segretario di UGL Salute, Giuliano.

Il riferimento è al drammatico incendio divampato tra l’8 e il 9 dicembre scorso all’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli, rogo che ha causato la morte di tre anziani pazienti. E’ di questi giorni peraltro la notizia che l’allora direttore facente funzioni del presidio ospedaliero aveva chiesto all’Asl Roma 5 di far rimuovere in fretta i cumuli di rifiuti presenti sotto le finestre, proprio quelli da cui è partito il devastante incendio la notte dell’Immacolata. Nessuno però lo ha ascoltato.

Mentre l’inchiesta della magistratura sta facendo il suo corso, due giorni fa, il 16 gennaio, si è svolto un incontro tra l’Amministrazione regionale, l’Azienda sanitaria locale Roma 5, e i sindacati del comparto per fare il punto della situazione e cercare di accelerare i tempi per riaprire i servizi sanitari primari dell’ospedale di Tivoli. Tra una settimana verrà messo nero su bianco il resto del progetto per la riapertura dell’ospedale, al momento ancora chiuso e sequestrato dalla Procura.

I soccorsi durante l’incendio dell’ospedale di Tivoli, divampato nella notte tra l’Immacolata e il 9 dicembre scorso.

Dall’incontro è emerso che entro fine gennaio il Punto di Primo Intervento attualmente adibito presso la palestra Maramotti di largo Baja verrà chiuso e trasferito in una struttura coibentata in corso di costruzione proprio davanti all’ingresso del reparto devastato dal rogo. Ma al momento c’è una sola certezza: il pronto soccorso riaprirà all’interno di una struttura prefabbricata in costruzione nel piazzale antistante il Dea distrutto dalle fiamme.

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