Peste suina: Cia, cresce emergenza. Oggi incontro con nuovo commissario Filippini

Gli agricoltori chiedono rassicurazioni sugli indennizzi e misure straordinarie per fermare l’escalation dei contagi negli allevamenti.

Roma – Il dilagare della peste suina tra la Lombardia, il Piemonte e l’Emilia Romagna agita gli allevatori. Serve un’azione urgente. Ecco perché oggi nella sede nazionale della Cia-Agricoltori Italiani a Roma si tiene l’incontro dei vertici con il nuovo Commissario straordinario per la PSA, Giovanni Filippini. Sul tavolo la questione indennizzi e le misure straordinarie per fermare l’escalation. Non si può più aspettare. Ormai l’allerta è massima per gli allevatori con 24 focolai di peste suina nelle aziende del Nord Italia – 18 in Lombardia, 5 in Piemonte e 1 in Emilia-Romagna – e oltre 50mila capi già abbattuti.

Adesso, con il lockdown per le stalle nelle regioni coinvolte disposto dall’ultima ordinanza, bisogna stringere i tempi sulle azioni di contenimento dei cinghiali, ma soprattutto sugli indennizzi per le imprese colpite dai danni diretti e indiretti. Queste le istanze che Cia-Agricoltori Italiani metterà sul tavolo dell’incontro nella sede della Confederazione. “Siamo preoccupati per l’escalation della peste suina – dichiara il presidente di Cia, Cristiano Fini -. In vista dell’incontro con Filippini, abbiamo tenuto una riunione in videoconferenza con i nostri allevatori. Quello che ci chiedono, prima di tutto, è la garanzia di ristori adeguati e rapidi per sopravvivere all’emergenza, tra mancata produzione e blocco sanitario, oltre a uno stop degli oneri contributivi e previdenziali. Occorre, poi, aumentare le risorse per le misure di prevenzione e accelerare gli abbattimenti per bloccare la circolazione del virus e fermare i contagi, partendo dalle zone cuscinetto”.

“È in gioco il futuro di 26mila allevamenti suinicoli in tutta Italia -ribadisce Fini-. La PSA rischia veramente di annientare un settore chiave del nostro agroalimentare, che genera oltre 13 miliardi di euro tra produzione e industria”.  Filippini sottolinea che “bisogna essere prudenti. La situazione è complessa ma definirla drammatica è esagerato. È una situazione legata a un’ondata epidemica. È chiaro – aggiunge – che c’è tantissima preoccupazione da parte di associazioni e allevatori, soprattutto di quelli che si trovano nelle zone di restrizione e sono soggetti alle misure e ai provvedimenti che ho inserito nell’ultima ordinanza”.

“Dobbiamo tranquillizzare tutti i nostri consumatori e cittadini, il virus non infetta assolutamente l’uomo, riguarda solamente i suini domestici, selvatici e i cinghiali. Non infetta né l’uomo né altre specie animali. Non si tratta di una zoonosi”, ha precisato Filippini, che ha aggiunto: “l’obiettivo della struttura commissariale, del
ministero della Salute e del ministero dell’Agricoltura, è proprio quello di bloccare la circolazione del
virus, mettere in protezione i territori che si trovano in zona di restrizione e proteggere ovviamente tutti gli altri territori al confine di questa zona
. Parliamo di territori che hanno una consistenza di allevamenti e di capi assolutamente importante e dobbiamo evitare che questo virus possa andare ad interessare anche altri territori. Quindi massima attenzione”.

E ancora, Filippini, subentrato dopo le dimissioni di Vincenzo Caputo, fa notare che governo e ministeri stanno cercando soluzioni, insieme alle regioni, per quanto riguarda il grande tema degli indennizzi che sono assolutamente necessari per rimettere nelle condizioni di produrre e dare, soprattutto ai giovani speranza, e continuità ad un allevamento. Per fare questo serve ovviamente massima prudenza, massima determinazione nel trovare le soluzioni che stiamo anche condividendo con la commissione europea. Perché la peste suina africana – ha concluso – non sta interessando solo il nostro paese, ma anche in Stati come la Germania e la Polonia, che sono in grave difficoltà come noi. Quindi, c’è un grande sistema che sta cercando di gestire al meglio questa emergenza”.

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