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Pedofilia: aumentano gli “orchi”. Numeri e strumenti per abbatterli

Nella Giornata nazionale contro la Pedofilia e pedopornografia allarma l’aumento del numero degli adulti arrestati per i reati di adescamento online e abuso sessuale di minori. Ma c’è anche un crescente rafforzamento delle contromisure nei confronti di siffatte subumane creature.

Milano – Gli “orchi” in questione sono persone ad alto livello di pericolosità. Il più delle volte sono colti in flagranza di reato, detengono grandi quantità di materiale pedopornografico o abusano di bambini e ragazzi nelle loro disponibilità. A macchiarsi per sempre di pedofilia o pedopornografia sono spesso uomini, con un’età inferiore ai 50 anni che, in maniera sistematica, sfruttano le caratteristiche tecniche dei diversi servizi di rete per assicurarsi anonimato e impunità.

L’adescamento è un fenomeno preoccupante che investe fasce di età sempre più precoci, nei luoghi teoricamente percepiti come rifugi sicuri, come le chat con i compagni di scuola e le piattaforme di gaming. È invece lì che si annidano queste orrende creature. I ragazzi sono le vittime più fragili e fiduciose verso gli altri, anche sconosciuti, e sono allo stesso tempo coloro che hanno il rapporto più spontaneo e naturale con le nuove tecnologie. L’abuso sessuale di minori è un fenomeno trasversale che assume dimensioni globali, in una società dove l’interconnessione tra le persone è una regola e dove i confini spazio-temporali diventano sempre più labili.

È un’urgenza, oltre che un assodato imperativo morale, proteggere i bambini/ragazzi dalle attenzioni deviate di adulti. L’antemurale indispensabile per bambini e ragazzi è costituito dai genitori. Ascolto e dialogo sono gli strumenti più potenti per tutelare i bambini. Vigilando anche sul Web, croce e delizia della contemporaneità. La Rete è infatti oggi il luogo per definizione del progresso e dello sviluppo delle società, ma allo stesso tempo è anche una gigantesca porta sul mondo, con annessi rischi. A volte sordido strumento di amplificazione della minaccia all’infanzia e all’adolescenza.

L’evoluzione tecnologica ha reso Internet uno strumento irrinunciabile. Persone di tutte le età hanno scoperto un potenziale infinito di opportunità grazie alla connessione globale. Le nostre vite sono molto più comode e facili, ogni servizio è a portata di clic. Il rovescio della medaglia sono appunto le zone d’ombra in questo mondo.

In una giornata così significativa è utile condividere l’analisi dei numeri forniti dalla Polizia Postale per avere un quadro più chiaro del fenomeno.

2.622 – Siti oscurati e resi off limits agli italiani nel 2022. Contengono immagini di violenze su bambini e vengono oscurati perché consentono alle immagini di abuso di continuare a circolare, agevolano la commercializzazione del danno subito dalle piccole vittime e alimentano nuovi abusi sui minori.

1.466 – Persone denunciate per aver scaricato, condiviso e scambiato foto e video di abuso sessuale di minori nel 2022. 299 i soggetti denunciati già dopo i primi tre mesi del 2023. I soggetti responsabili di reati legati alla pedopornografia sono spesso uomini, italiani, incensurati e con un’età media inferiore ai 50 anni. Nella maggior parte dei casi sono sposati o con una relazione sentimentale stabile, gelosi della loro vita “segreta” e perversa, che tengono nascosta alle famiglie. 149 gli arresti legati ai casi di pedopornografia, 12 nei primi 3 mesi del 2023.

56 – Minori di età inferiore ai 13 anni adescati in rete nei primi 3 mesi del 2023.

34 – Le vittime adolescenti (14- 16 anni). Poco più che bambini, vengono agganciati da adulti pedofili sui social network, su App di videogiochi, sulla messaggistica istantanea per parlare di sesso, per proporre scambi di immagini intime, per avvicinare, fino a un incontro, le piccole vittime.

I primi contatti avvengono spesso via social.

866 – Bambini raggiunti da adulti negli ultimi 3 anni nei luoghi virtuali del gioco e della socializzazione, mentre esercitano il loro unico e inalienabile mestiere, crescere. Preoccupa la tendenza all’aumento dei casi di adescamento che riguardano vittime di età inferiore ai 13 anni. Genitori e insegnanti spesso sono ignari di quanto adescatori e pedofili conoscano profondamente le fragilità delle vittime e l’aggiramento dei vari blocchi online.

150 – Ragazzi segnalati all’Autorità Giudiziaria nel 2022 come autori di reati gravi, erano 20 nel 2016. Da qualche anno si osserva una progressione nel numero dei casi in cui i minori diventano addirittura protagonisti di casi di detenzione e diffusione online di pedopornografia. Sono quasi sempre maschi, con un’età media di circa 15 anni. Incuriositi dalla ricerca di materiale sessuale, incappano in circuiti informali online dove accedono a ogni tipo di file illegale, tra cui quello che riguarda abusi sessuali su minori.

Condividono con altri utenti forse anche per inconsapevolezza, goliardia e superficialità. La nascente curiosità sessuale li trasporta, loro malgrado, in un incubo fatto di ricatti, richieste insistenti di denaro e minacce di distruggere la loro reputazione, diffondendo sui social immagini sessuali autoprodotte. In tutti i casi, le interazioni diventano nel giro di poco tempo smaccatamente sessuali, fino ad arrivare alle estorsioni di ulteriori immagini private.

I ragazzi si sentono intrappolati, bloccati dalla vergogna, impauriti da minacce o da conversazioni con toni eccessivi. Faticano a denunciare e chiedere aiuto. Si scende ancora di più nell’abisso quando si entra nel cerchio degli abusi sessuali commessi per la realizzazione di materiale pedopornografico da scambiare in Rete. Spesso si tratta di parenti o persone molto vicine alla famiglia delle vittime. È proprio lì che germina il terribile vulnus. La fiducia che si instaura tra vittima e abusante impedisce ai casi di palesarsi ed emergere.

I bambini subiscono traumi indelebili.

La devastante discesa agli inferi ha spesso inizio con scambi di battute con profili social di coetanei. Si passa poi a messaggistica, videochat e le immagini si fanno più spinte e riservate. Nei giorni seguenti, parte il martellamento online: richieste di denaro anche esigue, ultimatum da rispettare pena diffusione online del materiale sessuale. Le vittime si sentono in trappola, strette in una morsa di vergogna e terrore.

Quanto agli adescamenti online, le modalità di aggancio delle potenziali vittime variano in relazione all’età e al genere. I più piccoli (entro i 10 anni) vengono spesso circuiti in piattaforme di gioco online, collegate ad App gratuite di gaming, magari scaricate sugli smartphone dei genitori. Estrema attenzione va posta anche su questo versante, troppo spesso infatti si vedono padri o madri “mollare” con incomprensibile spensieratezza smartphone in mano a bambini, al fine di “tenerli occupati”. Un errore che può essere fatale.

Gli “orchi” quindi si infiltrano, offrendosi di aiutare i piccoli a vincere le partite. Scambiano confidenze e poi cercano di passare su circuiti di messaggistica per essere più “protetti” dal rischio di identificazione. Metodi diversi per i più grandi. Le ragazze sono agganciate soprattutto sui social attraverso like e messaggi di apprezzamento fisico, i ragazzi con la promessa di sesso virtuale con sedicenti coetanee.

Conforta sapere, al fine di una subitanea denuncia, qualora si verificassero talune di queste circostanze, che le complesse indagini informatiche svolte dalla Polizia Postale effettuate sul materiale foto e video sequestrato agli indagati consentono di geolocalizzare le vittime e gli abusanti, ponendo fine all’orrore.

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