Recapitata nella sua abitazione una busta anonima “Ora sappiamo dove abiti”. La Russa: “Intimidazione inaccettabile”
Pavia – Una busta anonima indirizzata al vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, con un proiettile e minacce di morte. In particolare, un messaggio inquietante: “Adesso sappiamo dove abiti”. La busta è stata imbucata nella cassetta delle lettere della sua abitazione privata di Pavia, ed è stato proprio lui a ritirarla. L’esponente della Lega, che non è nuovo a episodi del genere, si dice “preoccupato” perché l’ennesima minaccia “alza il livello di quelle ricevute negli ultimi mesi. La busta era anonima, senza francobollo: dentro c’era la mia foto, e un foglio con la scritta ‘Adesso sappiamo dove abiti’ e un proiettile”. Centinaio reagisce e replica all’ennesima minaccia: “Non mi fermo. Manterrò tutti gli impegni assunti. Vado avanti a fare il mio lavoro, non faccio un passo indietro”.
Proiettile che ora dovrà essere esaminato per determinare modello, calibro e provenienza: tutti elementi necessari a risalire a chi l’ha utilizzato come forma di intimidazione. Il vicepresidente di Palazzo Madama ha quindi presentato denuncia del ricevimento della lettera anonima con il proiettile alla Questura di Pavia. Diversi gli episodi denunciati da Centinaio, “aggredito verbalmente in centro, nella sua città, durante la campagna elettorale per le ultime politiche”, ma anche “fisicamente, sotto casa”, il 10 gennaio 2023. Episodi dopo i quali al vicepresidente del Senato è stata assegnata una scorta.
E mentre si indaga sull’ennesima minaccia, la solidarietà politica è trasversale. Non solo da parte di altri esponenti del Carroccio. Una “intimidazione inaccettabile”, ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Gli fa eco il presidente di Montecitorio Lorenzo Fontana che si augura che i “responsabili vengano individuati al più presto”. Non manca la vicinanza – sua e del governo – del ministro dei Trasporti e amico Matteo Salvini che dice senza mezzi termini che c’è un “brutto clima d’odio”. E ancora, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che chiosa: “Un atto vigliacco che, pur celato dietro l’anonimato, non resterà impunito”.