Uomini. Vivevano da soli. Di mezza età (eccetto uno). Queste le caratteristiche dei cinque uomini trovati morti nel giro di pochi giorni all’interno delle loro abitazioni. L’ultimo in ordine di tempo è Alessandro Nordio, di 54 anni.
Chioggia (Ve) – La città si ammanta di mistero e paura per la serie di cinque morti occorse in un breve lasso di tempo che ha colpito il centro lagunare. L’ultimo è Alessandro Nordio, che fra qualche giorno avrebbe compiuto 55 anni. L’uomo viveva, come le atre vittime, da solo in un appartamento a Borgo San Giovanni. Non si era presentato al lavoro e non rispondeva al telefono. I colleghi della cooperativa sociale dove lavorava hanno dato l’allarme. In seguito alla segnalazione i parenti si sono recati presso il suo domicilio, trovandolo senza vita, probabilmente per un malore.
Quello che sconcerta ancor di più è il fatto che in un solo mese gli uomini morti e trovati senza vita in casa sono stati quattro: Sandro Schiavon, Massimo Bonaldo, Alfredo Giulio e Antonello Chiereghin i loro nomi. Anche loro abitavano da soli e avevano un’età compresa tra i 54 e i 62 anni, salvo Giulio, che ne aveva 78. Tutti, colti probabilmente da un malore, non hanno avuto la possibilità di chiedere soccorsi.
Alcuni di loro abitavano nello stesso quartiere o, addirittura, nello stesso condominio e avevano pure lavorato insieme. Si potrà dire, facile, dato che è un Comune di poco meno di 50mila abitanti. Al momento non si parla di indagini, ma di casi isolati, ci sono le verifiche sui decessi che proseguono.
A fare un appello sulla vicenda è l’assessore ai Servizi sociali, Sandro Marangon:
«Non intravedo collegamenti tra i fatti, ma solo una realtà di solitudine che emerge e su cui noi stiamo cercando di sensibilizzare. Conoscevo tra l’altro alcune di queste persone, impegnate anche nel sociale. Sono coincidenze sfortunate di persone che vivevano sole. Più in generale, mi sento di allargare il discorso al disagio che molte persone vivono, alla solitudine che può portare anche a drammi come questi. Ci tengo a dire a tutte le persone sole o in difficoltà o al chi vive vicino e conosce realtà difficili, di non avere paura, non c’è niente di male a chiedere aiuto. So di persone che si vergognano a chiedere il pacco alimentare. In questo caso affidatevi a un’associazione, ma fatelo. Per la spesa, ma anche per un supporto. Esiste una rete che collega Comune, Caritas, associazioni, Croce Rossa eccetera, gruppi pronti a dare una mano. La società è cambiata, ci sono più persone sole, spesso senza una rete di supporto».