Affiliato ad un’organizzazione criminale attiva sul litorale romano, l’uomo si è visto congelare dalla Polizia quote societarie, beni e rapporti finanziari.
Roma – La Divisione Anticrimine della Questura di Roma ha portato a termine un’importante operazione antimafia, eseguendo un provvedimento di sequestro di beni per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro. L’operazione, avvenuta nei comuni di Pomezia e Ardea, è stata autorizzata dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione – su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Roma.
L’intervento si inserisce in un più ampio quadro di contrasto alla criminalità organizzata, volto non solo a disarticolare le associazioni criminali mediante la sottrazione delle risorse economiche, ma anche a proteggere il tessuto economico legale da infiltrazioni illecite. Ciò permette agli imprenditori onesti di operare in un regime di leale concorrenza.
Il provvedimento riguarda un cittadino romano di 40 anni, già coinvolto in un’associazione criminale attiva dal 2012 nel traffico di cocaina, hashish e marijuana. Tale organizzazione, operativa nei quartieri di Roma e nei comuni limitrofi come Pomezia, Torvaianica e Anzio, era stata smantellata nel 2023 durante l’operazione “ALL IN”, condotta dalla Polizia di Stato con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.
Durante l’operazione erano state eseguite misure cautelari nei confronti di 30 soggetti accusati, tra gli altri reati, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, tentato omicidio e riciclaggio.
L’indagine patrimoniale ha rivelato una sproporzione evidente tra i redditi dichiarati dall’indagato e il patrimonio accumulato, che comprende:
- Immobili: quattro proprietà tra Pomezia e Ardea.
- Veicoli di lusso: otto mezzi, inclusi motocicli di serie speciali.
- Orologi di valore: marchi prestigiosi come Rolex e Audemars Piguet.
- Società: due aziende operanti nella raccolta di scommesse sportive a Pomezia.
- Disponibilità finanziarie: cassette di sicurezza e fondi bancari.
Le indagini hanno inoltre evidenziato l’uso della tecnologia blockchain da parte dell’indagato per l’acquisto di NFT, una modalità innovativa per il riciclaggio di proventi illeciti.