Parla Don Patriciello sulla strage di Monreale: “La mafia non vuole sangue”

Il parroco di Caivano all’Università di Salerno: “Se potessero avere questo ragazzo nelle loro mani penso che gli farebbero male, perché loro non vogliono il chiasso”.

Salerno –  Don Patriciello parla anche della strage di Monreale. “Pensavamo di aver sconfitto le mafie, invece non sono state sconfitte e hanno cambiato pelle”, ha detto il parroco di Caivano da sempre in prima linea contro i clan. Il sacerdote ha spiegato che i mafiosi “non usano più la lupara perché loro non vogliono il sangue sulle strade”. “La strage che è successa in questi giorni a Monreale gli stessi mafiosi la bocciano, non la vogliono. Se potessero avere questo ragazzo nelle loro mani penso che gli farebbero male, proprio perché loro non vogliono il chiasso, vogliono solamente i soldi”. Il parroco di Caivano lo ha detto all’Università degli Studi di Salerno a margine di un incontro con gli studenti promosso dal Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione nell’ambito del ciclo di seminari “Dialoghi di Sociologia Giuridica – Mafie, Diritto e Società.

“Diceva Falcone ‘seguite i soldi e arriverete certamente alla verità’. Per cui se questi soldi possono arrivare senza fare stragi e senza versare sangue, innocente e non, loro vogliono questo”. Don Patriciello ha poi aggiunto che “il migliore alleato delle mafie è il silenzio”. “Quindi dobbiamo parlarne e, soprattutto, parlarne con i ragazzi. Loro sono i professionisti del domani”.”I social possono fare bene, ma anche male. Cerchiamo di educare i nostri ragazzi a usarli bene”. “Penso che questo mondo dei social ci abbia colpito all’improvviso, non eravamo preparati. Come sempre succede nelle epoche di grandi cambiamenti, c’è sempre il primo momento che è molto problematico. I social sono un coltello nelle nostre mani”.

strage monreale
Le tre vittime della sparatoria, tutte di Monreale. Salvatore Turdo (a sinistra) e Massimo Pirozzo (a destra) e Andrea Miceli (al centro).

Con il coltello “possiamo tagliare il pane o la frutta, ma possiamo anche ammazzare le persone. Purtroppo – ha aggiunto don Patriciello – questo coltello viene dato nelle mani di bambini e di ragazzini, a cui non abbiamo ancora avuto il tempo di insegnare la differenza tra il bene e il male, la virtù della prudenza e della sapienza”.  E ancora il parroco di Caivano sulla scomparsa del Santo Padre: “Avremo un Papa come il Signore vuole e penso anche che avremo un Papa sulle orme di Francesco”. “La domanda che ci facciamo tutti è questa: si continuerà sulla scia di Francesco? Io penso di sì. Penso che indietro non si torni”, ha ribadito don Patriciello per il quale “ogni Papa è innanzitutto un cristiano battezzato, un successore di Pietro, ma è anche un figlio del suo tempo”.

“Indietro non si torna, sono convinto che i cardinali questo l’abbiano compreso. Anche se ci sono dei cardinali che magari hanno un po’ di nostalgia, non della vecchia Chiesa, ma del passato perché quando andiamo avanti c’è sempre il timore di poter deragliare e di sbagliare, invece no. Intanto, il padrone del conclave è lo Spirito Santo ed è lui che agisce. E sono convinto – ha concluso – che i cardinali si lasciano guidare dallo Spirito Santo”, ha concluso.

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