Papardo di Messina, si allunga la lista dei decessi sospetti: nuova denuncia e nuovo sopralluogo della scientifica

Le sale operatorie di cardiochirurgia restano sotto sequestro per sospette contaminazioni batteriche. L’inchiesta si allarga a 11 indagati.

Messina – Le due sale operatorie di cardiochirurgia dell’ospedale Papardo restano sotto sequestro, bloccate dai sigilli apposti a fine novembre dai carabinieri per il sospetto di contaminazioni batteriche. Attualmente, non si intravedono soluzioni rapide per ripristinarne l’operatività, soprattutto a causa dell’aumento del numero degli indagati, saliti a 11, e dei conseguenti adempimenti procedurali che stanno rallentando le indagini scientifiche.

Questa mattina si è svolto un nuovo sopralluogo, condotto dalla dottoressa Aita della ChemLab di Catania, nei locali posti sotto sequestro dalla Procura. Originariamente previsto due settimane fa, l’ispezione era stata rinviata per un’eccezione sollevata dai difensori. Durante il sopralluogo, sono stati prelevati campioni da diverse superfici, tra cui le grate, per verificare la presenza di agenti patogeni. I risultati saranno analizzati per individuare eventuali collegamenti con i casi di decesso già segnalati.

Intanto, emerge un’altra denuncia legata a un decesso avvenuto dopo un intervento di sostituzione della valvola mitralica presso il Papardo. La denuncia è stata presentata dai familiari di Salvatore Nastasi, ex dirigente medico del reparto di Patologia clinica dello stesso ospedale, deceduto nel dicembre 2023. Nastasi era stato operato nel maggio precedente e, dopo essersi ammalato di Covid-19 durante uno dei ricoveri successivi, è morto. I familiari, assistiti dall’avvocato Massimiliano Fabio, sospettano che ci siano correlazioni tra l’intervento chirurgico, le successive complicazioni infettive e il decesso.

L’indagine della Procura si concentra su cinque decessi sospetti, con l’obiettivo di verificare eventuali responsabilità, l’adozione dei protocolli anti-infettivi e la corretta gestione clinica. I sostituti Anna Maria Arena e Alice Parialò, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, stanno esaminando la documentazione sanitaria e amministrativa relativa ai casi in questione.

Durante il sopralluogo odierno, slittato a causa di richieste legali come quella formulata da un avvocato di citare l’azienda ospedaliera come responsabile civile, sono stati acquisiti nuovi elementi per le analisi. La Procura ha rigettato ulteriori eccezioni preliminari ma ha acquisito documentazione presentata dai difensori. Ora si attendono i risultati delle analisi scientifiche per decidere sul possibile dissequestro delle sale operatorie e individuare l’origine delle contaminazioni.

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