Al vaglio della Procura di Milano i messaggi scambiati tra il team dell’influencer e lo staff dell’azienda cuneese: l’ipotesi di reato è truffa aggravata. Intanto sul web i pandori scaduti, in vendita all’asta, schizzano a 600 euro.
Milano – Iniziano a circolare le email scambiate tra la società di Chiara Ferragni e la Balocco a proposito dell’accordo tra i due brand legato alla vendita del pandoro “Pink Christmas”, operazione all’apparenza “benefica” finita al centro delle polemiche e ora anche delle indagini del magistrati in quanto potenzialmente truffaldina.
I messaggi sarebbero infatti finiti in mano alla Procura che lunedì 8 gennaio ha deciso di aprire un nuovo fascicolo dove la nota influencer e l’ad dell’azienda cuneese produttrice di dolci natalizi sono state iscritte nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di truffa aggravata.
Cosa c’era scritto nei messaggi? Lo scambio di email tra Balocco e il rappresentante di Fenice e TBS Crew, le società di Chiara Ferragni, è riportato da Repubblica e comincia nel 2021 con un messaggio, che fa seguito a una telefonata, in cui emerge già la volontà del team Ferragni di inserire la donazione all’interno dell’accordo per la campagna del pandoro “Pink Christmas”.
“Ciao! Grazie per la piacevole call! A sintesi degli argomenti trattati:
DONAZIONE
Sarà la Balocco a contattare l’associazione (in definizione) e sempre la Balocco risulterà come donatrice. La donazione sarà da farsi nel 2022, solo dopo che avremo svelato al mercato il nostro comune progetto – quindi indicativamente dopo maggio, mese nel quale inizieranno i primi incontri con il trade. Definito insieme l’ambito di azione (medico/pediatrico) non vorremmo incorrere in un incidente diplomatico con il Regina Margherita e Gaslini nel destinare la donazione ad altra struttura (es. Bambin Gesù che avete consigliato). Non avendo compreso che il dettaglio della donazione sarebbe stato oggetto del contratto, non ci siamo pronunciati prima se non dopo vostro stimolo. Ecco perché ne è derivata una certa “limitazione” che siamo certe, riusciremo a superare”.
Il comunicato “ufficiale”
Il comunicato ufficiale della campagna Pandoro “Pink Christmas” viene diffuso a partire da novembre 2022, ed è stato frutto di revisioni da parte del team Ferragni a una prima proposta da parte di Balocco. L’azienda dolciaria, nella sua bozza, puntava a dare risalto alla collaborazione con l’imprenditrice digitale e non legava le vendite dei pandori all’iniziativa benefica, giudicando poco opportuna una relazione tra le vendite e la donazione.
Nella prima mail inviata da Balocco il 17 ottobre 2022 si legge infatti:
“Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto ed apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva realizzata in collaborazione con Chiara Ferragni: il Pandoro “#PinkChristmas”. […] Con questo prodotto Balocco e Chiara Ferragni sostengono la ricerca contro i tumori infantili, finanziando un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino, attraverso l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing”.
La risposta del team Ferragni arriva il 20 ottobre, e propone delle modifiche:
“Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto ed apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva: il pandoro Chiara Ferragni, le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino, attraverso l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing”.
Il “cachet esorbitante” e la questione del legame tra vendite e donazione
Da alcune mail interne al team Balocco si evince come l’azienda non avrebbe voluto fare riferimento alla donazione nel comunicato ufficiale, così come reputasse poco opportuna la correlazione che veniva fatta nei contenuti social diffusi dall’influencer.
In un messaggio del 14 novembre si legge:
“Ciao a tutte, aggiungo —– in c.c. Per me ok ma massima attenzione all’attività benefica che ci espone a pubblicità ingannevole se correlata alle vendite […] Occorre spiegarglielo bene, meglio forse per telefono […]”. E ancora: “Mi verrebbe da rispondere [al team Ferragni]: In realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante”.
Anche per quanto riguarda i post social di Chiara Ferragni, il team Balocco aveva proposto delle modifiche mai effettuate. In una mail del 18 novembre si legge:
“Per noi è molto importante sottolineare il sostegno al progetto benefico senza menzionare le vendite (in quanto si tratta di una donazione che non è legata all’andamento del prodotto sul mercato)”.
Dopo i primi accertamenti avviati dall’Antitrust Chiara Ferragni era stata sanzionata per un milione di euro per pubblicità ingannevole e la Balocco per quasi mezzo milione.
La Guardia di Finanza sta facendo tutte le verifiche del caso analizzando la documentazione dell’Agcom, ma occorreranno settimane se non mesi prima che si arriverà a una conclusione delle indagini. Intanto il Codacons ha lanciato una class action contro Chiara Ferragni invitando i consumatori a contattare l’associazione così da ottenere il rimborso della maggiorazione pagata per acquistare il pandoro “finto benefico”, venduto nell’operazione brandizzata a più del doppio del prezzo “normale”.
Intanto giunge anche l’inquietante notizia che qualche confezione – ormai scaduta – del pandoro di Chiara Ferragni è stata messa in vendita su Ebay e altre piattaforme di e-commerce e in breve le offerte degli utenti hanno raggiunto anche i 600 euro. “Oggetti da collezione” per feticisti, insomma, a testimonianza di una deriva che dovrebbe far riflettere.