Confisca a Giuseppe Li Pera, 73enne, imprenditore di Polizzi Generosa, da anni residente nella città nissena e coinvolto nell’inchiesta “Mafia e appalti”. Beni per 9 milioni e mezzo di euro.
Palermo – Tre società, quote di partecipazioni in 5 società di capitali, 7 immobili, 4 auto e 22 rapporti bancari. Il provvedimento, che fa il paio con il sequestro effettuato nel 2020, è scaturito dalle indagini del Centro operativo di Caltanissetta che ha accertato la pericolosità sociale nonché l’ascesa economico-imprenditoriale all’ombra dell’imprenditoria mafiosa di Li Pera.
“La figura di Li Pera spiccò perché, alla fine degli anni ’80, quale dipendente della società del nord Italia – Rizzani de Eccher (settore delle grandi opere appalti pubblici), non solo si prodigò per quella ditta, ottenendo illeciti vantaggi in termini di aggiudicazione e gestione degli appalti in Sicilia, ma ne trasse personale arricchimento, agevolandosi della sua vicinanza al contesto mafioso dell’epoca”, sostengono gli investigatori.
Li Pera ha anche collaborato con la giustizia, nel giugno 1992 per poi interrompere a gennaio 2001, “anno in cui cominciò l’ascesa imprenditoriale della sue numerose società, intestate a prestanome, operanti nei settori dei parchi eolici in provincia di Catania, Messina e Trapani; dell’edilizia privata residenziale, attraverso la realizzazione di numerosi appartamenti e locali commerciali a Serradifalco (CL), nonché di un parco acquatico e relative strutture di ristorazione a Caltanissetta e, in ultimo, di prestigiosi residence costituiti da ville mono e plurifamiliari a schiera, lungo il litorale tirrenico a est di Palermo da Trabia a Campofelice di Roccella“.
Le indagini condotte dalla Dia hanno, altresì, accertato come Li Pera, “in oltre trent’anni di attività imprenditoriale, abbia intrattenuto rapporti d’affari, senza soluzione di continuità, con mafiosi del calibro di Antonino e Giovanni Buscemi, Giovanni Brusca, Angelo Brusca, Mario Giuseppe Scinardo, Calogero Pulci, e con il noto imprenditore nisseno Pietro Di Vincenzo, destinatario di una delle più ingenti confische per mafia“.