Palermo, blitz a Ballarò: sequestrati chili di cocaina purissima, in manette 2 nigeriani

La polizia ha scovato un ap­par­ta­men­to-la­bo­ra­to­rio della droga. Uno dei pusher trasportava nel­lo sto­ma­co 70 ovu­li di eroi­na.

Palermo – Un appartamento riconvertito in laboratorio della droga: è quello scoperto dalla polizia che ha arrestato due nigeriani, O.U. 39enne e U.N.F. 49enne, responsabili del reato di produzione e spaccio di stupefacenti. La profonda conoscenza delle dinamiche criminali del territorio cittadino ha consentito ai “Falchi” della sezione “Contrasto al Crimine Diffuso” della Squadra Mobile di individuare l’appartamento e sequestrare circa 4 chili e mezzo di eroina e cocaina purissime che, se immesse sul mercato delle piazze di spaccio, avrebbero fruttato, al dettaglio, cifre non distanti dai seicentomila euro. Gli arresti sono stati convalidati dall’Autorità Giudiziaria.

Gli agenti in “abiti civili” ed a bordo di un motociclo, sempre attenti a mischiarsi ai numerosi frequentatori delle vie del centro città, hanno notato a Ballarò la presenza, a bordo di un monopattino, di un cittadino nigeriano in passato sottoposto a controllo e sospettato di spacciare droga. Con “discrezione”, i poliziotti lo hanno seguito e sono giunti fin sulle soglie di un edificio dove lo straniero ha fatto ingresso per poi riuscirne a breve distanza di tempo.

I poliziotti hanno intimato l’“Alt Polizia” allo straniero che non ha aderito e si è lanciato in una disperata fuga sempre a bordo di monopattino. Prima di venire bloccato da altre pattuglie nel frattempo giunte in ausilio, lo straniero ha fatto in tempo ad ingoiare qualcosa, come distintamente notato dal personale presente in zona. Addosso gli è stato rinvenuto un mazzo di chiavi, una delle quali è risultata collegata allo stabile in questione. Con quella chiave, gli agenti, immaginando di trovare complici dell’uomo e ritenendo di sfruttare l’effetto sorpresa, hanno fatto accesso nell’appartamento, sorprendendo in effetti un connazionale del fermato, all’opera all’interno di un vero e proprio laboratorio per la lavorazione ed il confezionamento di cocaina ed eroina.

Sono stati rinvenuti e posti in sequestro circa 3,5 chilogrammi di eroina ed 1 chilogrammo di cocaina, purissimi. Parte dello stupefacente era già confezionato e racchiuso in centinaia di ovuli dal peso diversificato. Rinvenuto e sequestrato, inoltre, tutto l’occorrente per la lavorazione come sacchetti in cellophane, frullatori, coltelli, cucchiai, piatti e bilancini di precisione, nonché la somma di quasi sessantamila euro e ben 12 telefoni cellulari. Contestualmente all’accesso nell’appartamento, ritenendo probabile che uno dei due fermati, il nigeriano sorpreso, inseguito e bloccato su strada, avesse ingerito ovuli di stupefacente, si è ritenuto di sottoporlo ad opportuni esami diagnostici che hanno riscontrato il sospetto. In regime di ricovero ospedaliero, l’uomo, nelle ore successive al fermo dei poliziotti, avrebbe espulso oltre 70 ovuli di eroina.

In considerazione del cospicuo numero di ovuli espulsi, è poco probabile che lo straniero li avesse ingeriti tutti all’atto dell’inseguimento degli agenti e per paura di essere scoperto. Più plausibile che al “trasporto intracorporeo”, tecnica per altro già ampiamente sperimentata dalla criminalità straniera e modalità ad alto indice di rischio connesso alla potenziale perdita di impermeabilità degli involucri ed al loro conseguente assorbimento, avesse già fatto ricorso per effettuare il trasporto in sicurezza ed aggirare eventuali controlli di polizia.

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