“Il corpo di Padre Paolo Dall’Oglio in una fossa comune in Siria”

I resti del gesuita italiano scomparso il 29 luglio 2013 sarebbero stati ritrovati a Raqqa. Ma il nunzio apostolico a Damasco invita alla calma.

Roma – Il corpo di Padre Paolo Dall’Oglio, gesuita italiano scomparso il 29 luglio 2013, sarebbe stato ritrovato in una fossa comune nei pressi di Raqqa, in Siria. L’annuncio, riportato in esclusiva dal settimanale Oggi e attribuito al vescovo di Qamishlie, è stato confermato dal nunzio apostolico a Damasco, cardinale Mario Zenari, che tuttavia invita alla cautela: “Le indicazioni sull’identificazione non sono ancora precise”.

Padre Paolo Dall’Oglio: una vita per il dialogo interreligioso


Padre Paolo Dall’Oglio, nato a Roma il 17 novembre 1954, è stato una figura emblematica del dialogo islamo-cristiano. Gesuita e fondatore della comunità monastica di Deir Mar Musa al-Abashi, a nord di Damasco, ha dedicato oltre trent’anni alla ricostruzione di questo monastero del VI secolo, trasformandolo in un centro di accoglienza e dialogo tra cristiani e musulmani. Ordinato sacerdote nel 1984 nel rito siriaco cattolico, Dall’Oglio ha conseguito lauree in lingue arabe, studi islamici e teologia, scrivendo una tesi di dottorato su “La speranza nell’Islam”. La sua comunità, Al-Khalil (“l’amico di Dio”), fondata nel 1992 con il diacono Jacques Mourad, si è distinta per l’ecumenismo e l’apertura interreligiosa, accogliendo anche fedeli ortodossi.

Dall’Oglio schierato apertamente contro Assad


Con l’inizio della guerra civile siriana nel 2011, Padre Paolo Dall’Oglio si è schierato apertamente contro il regime di Bashar al-Assad, criticandone la repressione delle proteste popolari. Questo gli costò l’espulsione dalla Siria nel giugno 2012. Tuttavia, il suo impegno per la pace non si fermò: dopo un periodo di sensibilizzazione in Italia, Europa e Medio Oriente, tornò clandestinamente in Siria nel luglio 2013, diretto a Raqqa, allora roccaforte dello Stato Islamico (ISIS). Qui, il 29 luglio, fu rapito mentre cercava di negoziare la liberazione di ostaggi e mediare tra gruppi curdi e jihadisti. Da quel giorno, il suo destino è rimasto avvolto nel mistero, con voci contrastanti che lo davano ora morto, ora vivo in un carcere dell’ISIS.


Il ritrovamento a Raqqa: una fossa comune racconta l’orrore


La notizia del possibile ritrovamento del corpo di Padre Paolo Dall’Oglio arriva dopo oltre un decennio di incertezze. Secondo il settimanale Oggi, il vescovo di Qamishlie, nel nord della Siria, ha segnalato la scoperta di un cadavere in abiti religiosi in una fossa comune nei pressi di Raqqa, città simbolo del terrore jihadista fino alla sua liberazione nel 2017. Il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, ha confermato di essere stato informato nella serata di ieri, ma ha sottolineato che “le indicazioni sulla località e sull’identificazione non sono ancora precise”. I gesuiti locali sono stati contattati per verifiche, ma al momento non ci sono conferme ufficiali. La procura di Roma, che indaga sulla scomparsa di Dall’Oglio, ha dichiarato che “non risulta” ancora un ritrovamento certo, evidenziando la necessità di analisi forensi.

Esecuzioni di massa e atrocità

Raqqa, durante il controllo dell’ISIS, fu teatro di esecuzioni di massa e atrocità, con fosse comuni come quella di Al-Houta usate per occultare i corpi di prigionieri e oppositori. Un ex comandante dell’ISIS, intervistato nel 2017 da Asharq Al-Awsat, confermò che il gesuita fu giustiziato da un miliziano noto come Abu Luqman al-Raqqawi. Tuttavia, altre testimonianze, come quella di un disertore dell’ISIS nel 2015, sostenevano che Dall’Oglio fosse vivo in un carcere a ovest di Raqqa. Queste contraddizioni hanno alimentato speranze e speculazioni per anni.

L’eredità di Padre Paolo Dall’Oglio e il dolore dei familiari

Padre Paolo Dall’Oglio è stato descritto dalla sorella Immacolata nel docufilm Ayouni (2020) come “un figlio del Concilio Vaticano II”, animato dalla fede nel dialogo come strumento di pace. La sua comunità di Deir Mar Musa continua a operare, mantenendo viva la sua visione di convivenza tra religioni, nonostante le difficoltà della guerra e delle sanzioni economiche. Nel 2023, Papa Francesco ha scritto la prefazione al libro “Il mio testamento”, una raccolta di conferenze spirituali di Dall’Oglio, celebrandone l’eredità. La notizia del ritrovamento, se confermata, chiuderebbe una ferita aperta per la famiglia, la Chiesa e i tanti che lo considerano un simbolo di coraggio.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa