Favorirono la latitanza di Marco Raduano, sette trafficanti di droga arrestati dal Ros

Il boss del Gargano, ora collaboratore di giustizia, ha contribuito a delineare agli inquirenti della Dda di Bari l’esistenza di un canale di approvvigionamento di stupefacenti dalla Spagna.

Foggia – L’Operazione “Cripto” dei carabinieri, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, è scattata alle prime luci dell’alba tra le città di Vieste (provincia di Foggia) e Mestre (provincia di Venezia) e ha condotto in manette 7 persone, accusate di traffico internazionale e spaccio di sostanze stupefacenti, e di aver favorito la latitanza del boss Marco Raduano, evaso il 24 febbraio 2023 dal carcere di Badu e Carros (provincia di Nuoro) e catturato in Corsica il 1° febbraio di quest’anno.

L’operazione è frutto di una mirata attività investigativa condotta dal personale del ROS. a seguito della fuga da Badu e Carros del boss viestano, che ha consentito dapprima di arrestare il suo braccio destro Gianluigi Troiano, in Spagna, il 30 gennaio 2024, e successivamente il 1 febbraio 2024 lo stesso Marco Raduano, fermato ad Aleria in Corsica.

Le indagini svolte, grazie anche alle dichiarazioni rese da Raduano e Troiano, nel frattempo divenuti
collaboratori di giustizia, hanno consentito di ricostruire un lucroso traffico internazionale di sostanze stupefacenti, hashish e marijuana, che dopo essere stata prodotta e preparata tra il Marocco e la Spagna, veniva spedita in Italia a mezzo corrieri, alimentando il mercato illegale della droga nella cittadina viestana.

Gli odierni indagati rispondono a vario titolo del reato di favoreggiamento personale, in quanto è stato accertato che gli stessi hanno agevolato il boss fornendogli supporto economico, tramite l’invio periodico di denaro, parte del quale risultava provento delle attività illecite; supporto logistico, dando coperture ed ospitalità tramite terzi, autovetture per la commissione di delitti in occasione di un loro viaggio a Vieste per un regolamento di conti, nonché inviando beni di consumo richiesti espressamente dal latitante, come in occasione di una spedizione di generi alimentari da consumare del periodo natalizio; mantenendo costanti contatti attraverso telefoni “criptati”, acquistati con i soldi guadagnati dalla vendita della droga e sostituiti periodicamente.

E’ stato anche documentato un atto intimidatorio di estrema gravità commesso ai danni di un parente di altro collaboratore di giustizia, commissionato da Raduano come ritorsione per le dichiarazioni che questo aveva reso contro il clan. Nel corso delle attività d’indagine sono stati infine arrestati nella flagranza del reato due persone e sequestrati 12,5 kg di sostanze stupefacenti.

L’indagine ha consentito di smascherare un lucroso canale di approvvigionamento della droga, spedita tramite pacchi postali dalla Spagna fino alla cittadina di Vieste. Inoltre, è stata individuata la rete di fiancheggiatori che ha contribuito a rendere irreperibile Raduano durante la sua latitanza.

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