L’uomo finisce ai domiciliari. È stato inoltre ordinato il sequestro di beni fino a 13,8 milioni di euro, considerati profitto dei reati.
Como – I finanzieri del Comando Provinciale hanno eseguito un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di un funzionario di banca, ritenuto responsabile di aver favorito un sodalizio criminale smantellato il 5 novembre 2024 nell’ambito dell’indagine “Casa di Carta”. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Monza, prevede anche il sequestro preventivo di oltre 56.000 euro. Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Como e coordinate dal pm Michele Trianni della Procura di Monza, avevano già portato alla scoperta di un’associazione a delinquere con base in provincia di Monza, responsabile di truffe ai danni dello Stato per oltre 13 milioni di euro.
Il gruppo criminale acquisiva società di comodo, inattive o prive di merito creditizio, falsificandone bilanci e contabilità (attraverso aumenti di capitale simulati) per farle apparire solide e operative. Queste aziende venivano poi utilizzate per ottenere ingenti prestiti bancari, coperti fino all’80% da garanzie pubbliche. Un ruolo chiave nella truffa era svolto da un’agenzia finanziaria di Brescia, che istruiva le pratiche per agevolare la concessione dei finanziamenti, percependo commissioni sugli importi erogati.
Dopo gli arresti del 5 novembre, le indagini hanno rivelato il coinvolgimento di un funzionario bancario che facilitava l’approvazione delle pratiche di finanziamento, redigendo relazioni false con pareri favorevoli destinate agli organi deliberanti della banca. Per questo servizio illecito, il funzionario riceveva bonifici su conti a lui riconducibili o pagamenti in contanti, per un totale di oltre 56.000 euro.
Vista la gravità dei reati contestati, il Tribunale di Monza aveva già disposto misure cautelari per 19 persone, accusate di: associazione a delinquere (art. 416 c.p.), truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640 bis c.p.), riciclaggio (art. 648 bis c.p.), autoriciclaggio (art. 648 ter 1 c.p.), aggravante per reati transnazionali (art. 61 bis c.p.)
È stato inoltre ordinato il sequestro di beni fino a 13,8 milioni di euro, considerati profitto dei reati. L’operazione rientra nella più ampia azione della Guardia di Finanza contro le frodi fiscali, che rappresentano un grave danno all’economia, alterano la concorrenza e minano il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato.