Operazione antimafia della polizia a Siracusa: 4 fermi e 2 arresti [NOMI / VIDEO]

Le indagini coordinate dalla Dda di Catania hanno evidenziato la riorganizzazione del gruppo Borgata, satellite al clan Bottaro-Attanasio.

Siracusa – Operazione antimafia della polizia che ha messo nel mirino il gruppo Borgata, ritenuto dagli inquirenti satellite al clan Bottaro-Attanasio. Impegnati a dare esecuzione a quattro provvedimenti di fermo richiesti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, emessi nei confronti di quattro persone originarie della città di Siracusa indiziati dei delitti di associazione mafiosa e porto illegale di armi, gli agenti nel corso di alcune perquisizioni hanno arrestato altre due persone, padre e figlio, colti in flagranza di reato per possesso di droga, armi illegali e munizioni. I quattro fermati sono Giuseppe Guarino, 41 anni; Steven Curcio, 21 anni; Corrado Piazzese, 46 anni e Luigi Scollo, 45 anni, accusati di far parte del gruppo Borgata, costola della cosca dominante Bottaro-Attanasio, operante nel quartiere di Santa Lucia, nel cuore di Siracusa.

Secondo quanto emerge nell’inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Catania, Guarino, 41 anni, è indicato come il reggente della cosca, azzoppata nel novembre scorso da una retata dei carabinieri che arrestarono, al termine dell’operazione Borgata 19 persone, tra cui uno ritenuto il capo del gruppo, Luca Costanzo.

Questi i dettagli secondo quanto ha comunicato la Questura siracusana.

“Durante le indagini, condotta dalla Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo di Catania (S.I.S.C.O.) e dalla Squadra Mobile di Siracusa, gli investigatori hanno accertato la riorganizzazione a Siracusa del gruppo mafioso della Borgata, escalation criminale resa evidente dall’uso indiscriminato delle armi.

L’attività trae origine dalla attenzione investigativa posta sul soggetto al vertice dell’organizzazione, il quale assumeva le redini del c.d. gruppo della Borgata, clan satellite dell’organizzazione mafiosa denominata Bottaro-Attanasio, che eredita il suo nome dall’omonimo quartiere di Siracusa che si estende attorno alla Piazza Santa Lucia. Il predetto a sua volta avrebbe ricevuto l’investitura da parte di un noto esponente della stessa organizzazione mafiosa Bottaro – Attanasio, attualmente detenuto; già all’indomani della sua recente scarcerazione, sceglieva i propri sodali assegnandogli specifici compiti e pretendendo da tutti il riconoscimento del suo ruolo di capo della associazione.

Le evidenze investigative raccolte hanno messo in luce la commissione da parte del gruppo investigato delle condotte proprie del reato di associazione di stampo mafioso, quali l’assistenza familiare ai detenuti, il pagamento degli stipendi ai sodali, la mutua assistenza con altre organizzazioni criminali, l’attivismo dei sodali in carcere e persino la cooptazione di alcuni appartenenti a clan di schieramenti opposti nel gruppo della Borgata.

Inoltre, il sodalizio oggetto di indagine, avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne derivava, dimostrava la propria pervasione sul territorio aretuseo, attraverso lo svolgimento di attività illecite tese a rafforzare l’esistenza stessa del gruppo e la sua operatività: dal traffico di droga alla gestione di bische clandestine.

Tramite la presente indagine già a distanza di pochi mesi, è stata messa in luce un’evidente escalation criminale posta in essere dal gruppo mafioso della Borgata, anche con l’uso indiscriminato delle armi.

Invero, la pronta disponibilità di armi e di relativi immobili dove occultarle, permetteva al gruppo criminale di accrescere la propria forza intimidatrice e riaffermare ove necessario la propria egemonia sul territorio.

In un pomeriggio del mese scorso, l’escalation criminale del sodalizio si manifestava in una spedizione punitiva ai danni di un uomo siracusano, prendendo di mira la sua abitazione, sita nel centro cittadino e attinta da numerosi colpi di arma da fuoco. La vittima avrebbe avuto un alterco con uno dei sodali a causa di un pregresso debito.

I colpi d’arma da fuoco, venivano esplosi all’indirizzo della finestra della abitazione della vittima, ove vi era la luce accesa, circostanza che conclamava la gravità del gesto criminale, che avrebbe potuto comportare conseguenze ben più gravi.

Gli investigatori della Polizia di Stato, ricostruivano tempestivamente la dinamica dell’atto intimidatorio, individuavano il modus operandi e le varie fasi dell’azione criminale ed identificavano quattro soggetti coinvolti, tutti appartenenti al sodalizio oggetto dell’indagine.

Inoltre, certosine perquisizioni consentivano il rinvenimento all’interno di un garage, già monitorato nel corso dell’attività investigativa e adibito a deposito del sodalizio, di due pistole, munizioni e un cospicuo quantitativo di droga; nel corso dell’operazione di polizia veniva tratto in arresto uno dei sodali.

Durate la notte venivano eseguite mirate perquisizioni che permettevano di trarre in arresto altri due soggetti vicini all’organizzazione, per detenzione illegale di droga e armi; in particolare venivano rivenute sei pistole, circa 6 Kg di Hashish, munizionamento vario, materiale da confezionamento, giubbotti antiproiettile e altro”.

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