Omicidio Vassallo, arrestato il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo

Secondo gli inquirenti il sindaco di Pollica, nel Cilento, è stato ucciso perché voleva denunciare un traffico di droga organizzato da un clan camorristico con la complicità di militari infedeli.

Salerno – A quattordici anni dall’omicidio del sindaco-pescatore di Pollica, giunge ad una svolta clamorosa l’indagine sulla morte di Angelo Vassallo. I Carabinieri del ROS hanno eseguito oggi quattro ordinanze di custodia cautelare in relazione ai fatti del 5 settembre 2010.

Tra i destinatari dei provvedimenti, richiesti dal pubblico ministero di Salerno Marco Colamonici e dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, figurano il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo e l’imprenditore Giuseppe Cipriano. Entrambi erano già stati perquisiti il 28 luglio 2022 nell’ambito delle indagini, con l’accusa di concorso in omicidio aggravato dal coinvolgimento della camorra. In manette sono finiti anche anche il figlio del boss, nonché collaboratore di giustizia, Romolo Ridosso del clan di Scafati Loreto-Ridosso, e l’ex brigadiere dell’Arma Lazzaro Cioffi.

Cagnazzo è stato per anni a capo della compagnia di Castello di Cisterna e da tutti ritenuto punta di diamante dei reparti investigativi dell’Arma. Difeso dalla penalista napoletana Ilaria Criscuolo, Cagnazzo ha sempre negato ogni responsabilità nel delitto. In un interrogatorio di otto ore, aveva spiegato le sue mosse in quella lunga notte cilentana, dove era solito trascorrere le vacanze.

Secondo quanto emerso dalle indagini, invece, Cagnazzo avrebbe organizzato il delitto e anche provato a cancellare le prove, attraverso la rimozione di alcuni filmati di una telecamera: i supporti delle registrazioni delle videocamere vennero portati a Castello di Cisterna, con una iniziativa formalmente al di fuori di ogni regola, dal momento che in quel momento Cagnazzo non aveva alcuna delega di indagine.

Il movente dell’omicidio sarebbe legato alla scoperta da parte di Vassallo di un traffico di droga presso il porto di Acciaroli, organizzato da un clan camorristico in collaborazione con alcuni carabinieri infedeli e imprenditori locali. Il sindaco, intenzionato a denunciare il traffico alla procura di Vallo della Lucania, avrebbe dovuto incontrare un ufficiale della compagnia dei carabinieri di Agropoli il giorno successivo al suo assassinio.

L’inchiesta è stata affidata alla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, poiché sin dall’inizio si è ipotizzato che dietro al delitto vi potesse essere l’ombra della camorra.

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