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Omicidio Marzia Capezzuti: condannato a 16 anni il figlio minore di Vacchiano

Il giovane, accusato di omicidio in concorso, è stato ritenuto colpevole nel giudizio di primo grado. Pena leggermente ridotta.

Salerno – Il Tribunale per i minori ha condannato a 16 anni di reclusione il figlio di Mariabarbara Vacchiano e Damiano Noschese, entrambi già in carcere con l’accusa di omicidio, per la morte di Marzia Capezzuti. l giovane, accusato di omicidio in concorso, è stato ritenuto colpevole nel giudizio di primo grado. La sentenza è stata emessa dopo la richiesta del Procuratore minorile Patrizia Imperato, che aveva chiesto 18 anni di reclusione. La pena è stata leggermente ridotta poiché sono cadute le aggravanti di premeditazione e crudeltà, ma è stata riconosciuta la diminuente per aver agito sotto l’influenza dei genitori. Il giudice depositerà le motivazioni della sentenza entro 90 giorni.

La storia di Marzia Capezzuti è sintetizzabile in due immagini: la prima è quella di una giovane che avrà sicuramente avuto dei problemi ma tutto sommato sorridente. La seconda è quella di un fantasma, una donna vìolata e maltrattata, avviata ad un tragico destino.  La giustizia sta facendo il suo corso e per la morte della 28enne milanese, uccisa a Pontecagnano, nel Salernitano, arrivano le sentenze. Ora tocca al figlio 16enne di Mariabarbara Vacchiano e Damiano Noschese, ritenuto colpevole, in concorso coi genitori, dell’assassinio della ragazza. 

L’abitazione di via Verdi a Pontecagnano

Ieri, la sentenza, emessa da Giovan Francesco Fiore, giudice del Tribunale per i minorenni di Salerno: 16 anni di reclusione per il giovane imputato, attualmente recluso nel carcere minorile di Nisida, assistito dall’avvocato Pierluigi Spadafora. Il giovane è stato ritenuto colpevole per aver partecipato attivamente al delitto, seguendo direttive dei genitori. Ad incastrarlo è stato un video, inviato alla sorella,  nel quale raccontava come la ragazza è stata strangolata. “L’amm affugat”, l’abbiamo affogata aveva dichiarato il giovane alla sorella in un video su Instagram. 

Una confessione lucida e agghiacciante. La sorella dell’imputato ha consegnato agli investigatori il video che non ha audio ma che è stato letto interpretando il labiale. “Abbiamo finito. L’abbiamo portata a fare un giro. L’abbiamo tirata“, si capisce dal video del giovane che avrebbe anche fatto un gesto interpretato come quello dello strangolamento, e avrebbe anche fatto capire che sul corpo della sfortunata giovane “è stato buttato l’acido”.

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