Sargonia Dankha

Omicidio di Sargonia Dankha, ergastolo per il pizzaiolo 75enne Salvatore Aldobrandi

La 21enne irachena naturalizzata svedese scomparve nel nulla nel 2002. Il corpo non è mai stato ritrovato, ma tracce di sangue sul veicolo dell’uomo hanno impresso una svolta all’inchiesta.

Imperia – Condannato all’ergastolo il pizzaiolo Salvatore Aldobrandi, 75 anni, originario di San Sosti (Cosenza), ma da anni residente a Sanremo, accusato di omicidio volontario aggravato dai motivi abbietti per avere ucciso Sargonia Dankha, 21 anni, di origini irachene, naturalizzata svedese, sparita nel nulla nel primo pomeriggio del 13 novembre del 1995 a Linköping, in Svezia. La sentenza è stata letta nel pomeriggio di oggi, 15 dicembre, dal presidente della Corte di Assise di Imperia, Carlo Alberto Indellicati, che ha accolto le richieste dei pm Maria Paola Marrali e Matteo Gobbi.

Il caso si conclude così dopo oltre vent’anni di misteri. Decisivo è stato il ritrovamento di tracce di sangue, attribuite alla vittima, su un’auto utilizzata all’epoca da Aldobrandi. L’uomo, che si è sempre dichiarato innocente, è stato riconosciuto colpevole del femminicidio, un delitto che la pm Marrali ha descritto come “l’estremo gesto di controllo, possesso e gelosia” verso la giovane, colpevole di aver voluto chiudere una relazione segnata da violenze e minacce.

Sargonia Dankha: il corpo non è mai stato trovato

La difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Fabrizio Cravero, aveva chiesto ulteriori accertamenti e l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, oltre alla concessione di attenuanti in caso di condanna. Tuttavia, il tribunale lo ha condannato all’ergastolo, aggiungendo una provvisionale di 300mila euro per la madre della vittima, di 100mila euro per il fratello e di 14mila euro per le spese legali. La difesa ha già annunciato che farà ricorso in Appello una volta conosciute le motivazioni della sentenza.

Il corpo di Sargonia non è mai stato ritrovato, elemento che inizialmente portò le autorità svedesi (dove viveva la giovane) a classificare il caso come scomparsa volontaria. Solo in seguito, le indagini hanno portato alla certezza che si trattasse di omicidio. Questo aspetto ha permesso che il processo si svolgesse in Italia.

La svolta alle indagini è arrivata nel 2023 dopo il ritrovamento delle tracce di sangue sul veicolo di Aldobrandi. Questo elemento, insieme alle testimonianze raccolte e alle dinamiche della relazione tra i due, ha delineato secondo i pm un quadro chiaro di omicidio premeditato.

“Sargonia non aveva mai manifestato l’intenzione di andarsene – hanno spiegato i pm –. Ai genitori nascondeva alcune cose, ma con gli amici era sincera e mai ha detto di voler fuggire. L’unica confidenza fu: ‘Vorrei non avere Salvatore tra i piedi’”.

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