Il killer, Antonio Rizzi, è stato incastrato dalle videocamere di sorveglianza. Il delitto sarebbe maturato da una lite legata a al denaro o al consumo di stupefacenti.
Bari – Ha confessato il killer di Francesco Dogna – per tutti Franco -, il 63enne trovato morto nella sua abitazione nel quartiere “Santo Spirito” di Bari lo scorso 7 gennaio. A colpire l’informatico con selvaggia violenza, lasciandolo a terra esanime in una pozza di sangue, il 42enne Antonio Rizzi, amico della vittima. I carabinieri della compagnia di Bari San Paolo lo hanno fermato ieri sera a Bitritto . Oggi, dopo un lungo interrogatorio, è crollato, ammettendo di aver colpito Dogna con due coltelli da cucina trovati in casa. Ottantacinque i fendenti rilevati dall’autopsia, inflitti al termine di una lite, secondo gli inquirenti legata a questioni di droga.
Rizzo è già noto alle forze dell’ordine: ha precedenti per reati contro il patrimonio e maltrattamenti in famiglia. A incastrarlo i filmati della videosorveglianza, acquisiti nel corso delle indagini coordinate dalla Procura di Bari, che lo immortalano mentre entra ed esce dall’abitazione della vittima e poi fuga a bordo di un’autovettura parcheggiata in una traversa poco distante. La stessa dove i carabinieri hanno ritrovato numerose tracce di sangue.
Le immagini registrate da altre apparecchiature poste lungo il percorso fatto da Rizzi, e il monitoraggio del tracciato del GPS della sua auto, hanno permesso di risalire all’uomo e di ricostruire i suoi ultimi movimenti. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i due si conoscevano da oltre dieci anni e si incontravano saltuariamente nell’appartamento di Dogna, ma i familiari e i conoscenti non sapevano nulla di questa amicizia. L’analisi del computer della vittima, che lavorava in smartworking per un’azienda informatica di Molfetta, ha rivelato che qualche giorno addietro i due uomini si erano scambiati qualche messaggio. Quindi la sera del 7 gennaio si sono incontrati. E qui, al culmine di una lite, Antonio Rizzi ha colpito e ucciso Dogna con 85 coltellate.
Ancora da stabilire con certezza il movente. Per gli inquirenti si tratterebbe di “possibili incomprensioni legate all’uso di stupefacenti”, ma nel decreto di fermo si legge anche a spingere Rizzi all’omicidio potrebbe essere stato il tentativo di ottenere dei soldi da Dogna a causa delle difficoltà economiche in cui versava. Ad alcuni amici Dogna avrebbe detto – come riferito dagli stessi agli inquirenti – di una sua frequentazione con un uomo di malaffare, presumibilmente legato alla criminalità organizzata del quartiere Japigia di Bari, e con un tossicodipendente che avrebbe voluto aiutare per superare la sua dipendenza. Questa persona in passato, come si legge sempre nel decreto di fermo, avrebbe invitato Dogna a partecipare al battesimo o alla comunione del figlio.
I carabinieri hanno fermato Rizzi nella casa in cui viveva con moglie e figli. Aveva rubato il portafogli e il cellulare di Dogna e stava pianificando una fuga dal capoluogo pugliese per raggiungere il nord Italia e poi l’estero. Al momento l’uomo si trova in carcere a Bari in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.