Omicidio di Fabio Ravasio, preso il settimo complice della “mantide di Parabiago”

In manette un marocchino di 45 anni assoldato dalla brasiliana per inscenare un malore, bloccare la strada e lasciare campo libero all’auto usata per l’investimento.

Milano – Mohamed Dhaibi, un cittadino marocchino di quarantacinque anni, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Legnano con l’accusa di essere coinvolto, insieme ad altre sette persone, nell’omicidio del ciclista cinquantaduenne Fabio Ravasio, mascherato da incidente stradale.

Secondo quanto emerso dalle indagini, Dhaibi sarebbe stato ingaggiato da Adilma Pereira Carneiro, la brasiliana di quarantanove anni compagna della vittima e cervello del piano criminale. La sera del 9 agosto, Dhaibi avrebbe finto un malore sulla provinciale 149 tra Parabiago e Casorezzo, bloccando il traffico e permettendo così alla Opel Corsa di travolgere Ravasio.

Il nome di Dhaibi, soprannominato Blanco, è apparso per la prima volta nell’inchiesta durante una conversazione intercettata tra due persone vicine ad alcuni degli arrestati, ma non direttamente coinvolte nelle indagini. In quella conversazione, i due interlocutori si sorprendevano che Blanco non fosse stato convocato in caserma per fornire informazioni, nonostante sapessero del suo coinvolgimento nel delitto.

Successivamente, sia Mirko Piazza, soprannominato il “palo”, che aveva convissuto con Dhaibi per un anno in un appartamento a Parabiago, sia Fabio Oliva, un meccanico accusato di aver riparato la Corsa su ordine di Adilma, hanno parlato di Dhaibi al pm Ciro Caramore. Piazza ha confermato che Dhaibi aveva il compito di simulare un malore, un compito che ha effettivamente svolto, come lo stesso Dhaibi avrebbe raccontato al suo coinquilino. E due automobilisti si sarebbero in effetti fermati per prestare aiuto, ingannati dalla sua performance.

Dopo l’omicidio, alcuni complici di Adilma si sono radunati in una villa in via delle Orchidee, dove la vettura con il parabrezza danneggiato è stata nascosta. Anche Blanco era presente, arrivato in bicicletta, e avrebbe partecipato all’occultamento della Opel in un box, nascosta dietro alcuni mobili accatastati.

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