Il 40enne sarebbe l’ennesimo amante della brasiliana, accusata insieme ad altri 5 di aver investito e ucciso il compagno per intascarne l’eredità di 3 milioni: avrebbe sistemato l’auto usata per il delitto.
Dopo Adilma Pereira Carneiro e i suoi 5 complici tra amici e parenti, nel pomeriggio di ieri i carabinieri della Compagnia di Legnano hanno fermato anche Fabio Oliva, un meccanico 40enne di Parabiago nell’indagine che riguarda ll’omicidio di Fabio Ravasio, il ciclista di 52 anni investito il 9 agosto scorso nella cittadina dell’hinterland milanese mentre era in sella alla sua mountain bike. La donna voleva mettere le mani sui 3 milioni del marito e ha coinvolto altri 5 complici, promettendo a tutti qualcosa.
Il decreto di fermo nei confronti del meccanico è stato emesso dalla Procura di Busto Arsizio. Secondo le indagini il 40enne, prima dell’omicidio, aveva sistemato la Opel Corsa nera intestata alla compagna di Ravasio, poi utilizzata per l’investimento, rendendola performante. Avrebbe inoltre consigliato agli autori dell’omicidio di utilizzare proprio quella e non altre auto, essendo consapevole del loro disegno criminoso. Per questo il meccanico è stato arrestato e trasferito nel carcere di Busto Arsizio a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Oliva sarebbe quindi il sesto complice del piano diabolico architettato da Adilma Pereira Carneiro. Promettendo a tutti appartamenti e altri beni frutto dell’eredità pari a 3 milioni di euro di Ravasio, la donna avrebbe coinvolto uno dei suoi nove figli, Igor Benedito, il fidanzato di una delle figlie, Fabio Lavezzo, il suo amante, Massimo Ferretti, il marito Marcello Trifone (sono sposati dal 2015) e l’amico Mirko Piazza. Due di loro avrebbero fatto da palo, altri due erano nell’auto che ha investito Ravasio egli altri si sarebbero occupati di nascondere l’Opel Corsa nel garage, dove poi è stata ritrovata dagli investigatori. A questi si aggiunge ora Oliva, che avrebbe avuto anch’egli una relazione con la donna.
Adilma e i suoi 5 complici sono stati arrestati il 23 agosto dopo che i due “pali” hanno confessato. Ferretti in particolare avrebbe dichiarato agli inquirenti che Adilma era “una stregona” e di aver assistito personalmente all’esecuzione di “macumbe” per le quali “prendeva pezzi di animali dal macellaio”. “Faceva dei riti. Io ho visto più volte, in casa, pentole con pezzi di carne bolliti, teste di coniglio (o qualcosa di simile), da usare per la celebrazione di questi riti. So che aveva fatto “macumbe” nei confronti della suocera e anche nei confronti di Fabio Ravasio”, si legge nel verbale della sua confessione. Per tutti loro l’accusa è di omicidio pluriaggravato dalla premeditazione.