La Procura di Salerno ha chiesto 25 anni per Monica Milite e 22 per Massimiliano Palmieri, accusati dell’omicidio del panettiere. Il corpo fu fatto a pezzi e gettato in un dirupo.
Salerno – Una vera e propria «mattanza»: così le pm Valentina Vivaldi e Giusy Faiella hanno definito l’omicidio di Ciro Palmieri, panettiere 43enne di Giffoni Valle Piana, durante la requisitoria al processo. L’uomo, ucciso nel luglio 2022, fu aggredito dalla moglie Monica Milite e dai figli Massimiliano e un minore, poi fatto a pezzi e gettato in un dirupo.
La Procura di Salerno ha chiesto 25 anni di reclusione per la moglie e 22 per il figlio Massimiliano, mentre il minore è stato già condannato a 16 anni e si trova in una struttura dedicata.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, il panettiere fu prima colpito con una mazza da Monica Milite. Successivamente, la donna lo accoltellò mentre i figli lo tenevano bloccato. L’uomo subì ferite mortali inferte con tre diversi coltelli. Dopo l’omicidio, il corpo fu fatto a pezzi, chiuso in sacchetti di plastica e gettato in un dirupo nel tentativo di occultare il cadavere.
Le indagini hanno fatto emergere una storia di maltrattamenti e violenze da parte di Ciro Palmieri nei confronti della famiglia. Tuttavia, per l’accusa, tali comportamenti non giustificano le azioni dei colpevoli, soprattutto per l’orrore rappresentato dal trattamento del corpo dopo l’omicidio.
Massimiliano Palmieri, attualmente agli arresti domiciliari, si trova nell’abitazione del fratello maggiore, estraneo ai fatti e residente in un’altra città. Il provvedimento consente al giovane di riprendere gli studi universitari in Scienze e tecnologie informatiche.