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Omicidio di Anica, manette al datore di lavoro, già vicino alla Mala del Brenta

Il corpo della 30enne di origine romena era stata ritrovato il 21 maggio scorso in un’ansa del fiume Piave a Spresiano.

Treviso – Svolta nelle indagini sull’omicidio di Anica Panfile, la 30enne di origini romene, madre di quattro figli, trovata senza vita il 21 maggio 2023 nelle acque del fiume Piave, in località Palazzon, nel trevigiano comune di Spresiano. I carabinieri hanno fermato l’ex datore di lavoro della donna, il veneziano Franco Battaggia, 77 anni, commerciante di pesce, titolare della pescheria El Tiburon di Spresiano, finito dietro le sbarre per omicidio e tentata soppressione di cadavere, dopo essere stato a lungo indagato a piede libero.

Anica Panfile, la 30enne di origine romena ritrovata morta il 21 maggio 2023

Agli occhi degli inquirenti la versione fornita da Battaggia – un passato burrascoso da ex primula rossa della malavita veneta, con alle spalle una detenzione per omicidio, vita spericolata che lo aveva portato a incrociare i destini con la Mala del Brenta – presentava diversi punti critici. Aveva sostenuto di essere passato a prendere la vittima nel pomeriggio del 18 maggio, giorno della scomparsa della donna, sul suo nuovo posto di lavoro, a Treviso presso un mensa dell’Israa, perché avrebbe dovuto consegnarle il Cud 2022 per la dichiarazione dei redditi. Così i due sarebbero andati in macchina fino all’abitazione dell’uomo ad Arcade dove, sempre secondo la deposizione dell’uomo, Anica le avrebbe chiesto in prestito 10mila euro, ottenendone la metà. In seguito Battaggia l’avrebbe riaccompagnata verso i centro del paese dove doveva incontrare una persona.

Le telecamere di sorveglianza di Arcade, però, non avrebbero registrato movimenti della macchina di Battaggia nelle ore e nel giorno indicate dall’uomo. Il sospetto degli inquirenti è che nell’appartamento Anica e il suo killer abbiano consumato un rapporto sessuale, come confermerebbero alcune tracce biologiche riferibili alla donna riscontrate dai Ris di Parma in camera da letto. Secondo quanto è stato appurato in sede autoptica, la vittima prima dell’omicidio aveva assunto della cocaina. La morte è sopraggiunta a causa di ripetuti colpi dati con violenza e a mani nude all’altezza della nuca. Poi sarebbe stata finita tramite soffocamento. Gravi indizi che avrebbero portato gli inquirenti a disporre l’arresto di Battaggia.

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